Come scegliere un’asciugatrice a gas
Se stai cercando un’asciugatrice e ti stai informando sui vari modelli che ci sono in commercio, potresti considerare l’acquisto di un modello a gas invece di uno elettrico. Le asciugatrici a gas sono efficienti dal punto di vista energetico, hanno un tempo di asciugatura più rapido e sono più economiche rispetto alle loro controparti elettriche. In questo articolo, ti daremo alcuni consigli su come scegliere l’asciugatrice a gas giusta per le tue esigenze.
- Capacità dell’asciugatrice a gas
La capacità dell’asciugatrice è importante perché determina la quantità di vestiti che puoi asciugare in una singola carica. Se hai una famiglia numerosa o se metti ad asciugare frequentemente abiti molto pesanti, ti conviene scegliere un modello con una capacità di almeno 7 kg. Tuttavia, se vivi da solo o in coppia, una capacità inferiore potrebbe essere più adatta alle tue esigenze. Ricorda che un’asciugatrice con una capacità maggiore es. 10 kg, ti permette di asciugare giubbotti/piumoni che altrimenti porteresti in lavanderia.
- Tipi di gas
Le asciugatrici a gas sono disponibili in due tipi di gas: gpl e metano. Assicurati di conoscere il tipo di gas disponibile nella tua zona prima di scegliere il modello giusto per te. Se non sei sicuro del tipo di gas disponibile nella tua zona, contatta il tuo fornitore di energia per scoprirlo.
- Prezzo
Le asciugatrici a gas possono essere più costose rispetto alle loro controparti elettriche, ma tendono a farti risparmiare denaro a lungo termine grazie alla riduzione dei costi energetici. Prima di acquistare un’asciugatrice a gas, fai un po’ di ricerca sui prezzi dei vari modelli e assicurati di avere un budget adeguato per il modello che desideri.
- Opzioni di asciugatura
Le asciugatrici a gas offrono molte opzioni di asciugatura per soddisfare le esigenze di ogni utente. Ad esempio, molte asciugatrici a gas hanno opzioni di asciugatura delicata per abiti delicati e opzioni di asciugatura ad alta temperatura per asciugare rapidamente abiti più pesanti. Prima di acquistare un’asciugatrice a gas, verifica le opzioni di asciugatura disponibili per assicurarti di avere un modello che soddisfi tutte le tue esigenze.
- Dimensioni
Le asciugatrici a gas sono disponibili in diverse dimensioni, quindi assicurati di avere lo spazio sufficiente per il modello che desideri. Misura il tuo spazio e confrontalo con le specifiche del modello che desideri acquistare per assicurarti che ci sia abbastanza spazio.
- Garanzia
Come per qualsiasi elettrodomestico, è importante assicurarsi che l’asciugatrice a gas che scegli abbia una garanzia adeguata. Verifica la durata della garanzia e cosa copre prima di effettuare l’acquisto.
Il modello Speed Queen
L’asciugatrice americana a gas Speed Queen è alimentata a metano o GPL, il suo design è unico: mediante la potente ventola interna, crea una corrente d’aria di 6,5 mc al minuto che attraversa gli indumenti e li asciuga in maniera veloce ed uniforme con poco calore. Il risultato? Vestiti soffici e morbidi proprio come se fossero stesi all’aperto in una ventosa giornata di primavera e una riduzione della stiratura fino all’80%.
Questo tipo di asciugatrice, disponibile negli store H2O Italia presenta queste caratteristiche:
- Grande capacità di carico, fino a 14 kg di volume
- 3 programmi automatici con fase finale antipiega regolati da sensori di umidità
- 3 programma manuali a tempo con fase finale antipiega
- Programma refresh ad aria fredda
- 3 temperature e 3 livelli di asciugatura
- Cilindro in acciaio galvanizzato
- Sportello frontale con apertura a 180°
- Progettata per durare almeno 15.000 cicli
In sintesi, scegliere l’asciugatrice a gas giusta richiede un po’ di ricerca e considerazioni. Tuttavia, una volta che hai scelto il modello giusto, potrai godere dei vantaggi dell’efficienza energetica, della rapidità di asciugatura e del risparmio a lungo termine sui costi energetici e sulla lavanderia. Ricorda di valutare la capacità, il tipo di gas, il prezzo, le opzioni di asciugatura, le dimensioni e la garanzia prima di effettuare l’acquisto. In questo modo sarai sicuro di scegliere il modello che si adatta perfettamente alle tue esigenze.
Infine, non dimenticare di leggere le istruzioni per l’uso e le informazioni sulla manutenzione dell’asciugatrice a gas. Seguire le istruzioni e la manutenzione regolare aiuterà a garantire il corretto funzionamento dell’asciugatrice e a prolungarne la durata.
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Come fare la manutenzione del condizionatore prima dei mesi estivi
Con l’arrivo della stagione estiva è importante prendersi cura del proprio climatizzatore per garantire un funzionamento efficiente e duraturo. In questo articolo vedremo alcuni consigli utili su come fare la manutenzione del condizionatore prima dei mesi estivi, in modo da evitare eventuali problemi e garantire un ambiente fresco e salubre in casa.
Pulire i filtri
Il primo passo per la manutenzione del climatizzatore è la pulizia dei filtri. I filtri impediscono all’aria di entrare in contatto con polvere e sporco, ma se non vengono puliti regolarmente, possono ostruire l’ingresso d’aria e compromettere il funzionamento del condizionatore. Per pulire i filtri, è sufficiente rimuoverli e lavarli con acqua tiepida e un detergente delicato. Dopo averli asciugati, è possibile rimetterli al loro posto. Si consiglia di eseguire questa operazione ogni 2 o 3 settimane.
Pulire il condensatore
Il condensatore è la parte del condizionatore che rimuove l’umidità dall’aria. Se non viene pulito regolarmente, può accumulare polvere e sporco e compromettere la sua efficienza. Per pulire il condensatore, è possibile utilizzare una spazzola morbida o un panno umido. Si consiglia di effettuare questa operazione almeno una volta all’anno.
Verificare il funzionamento
Prima dell’inizio della stagione estiva, è importante verificare il funzionamento del condizionatore. Accendere il condizionatore per almeno 30 minuti e verificare che l’aria che esce sia fresca e che la temperatura impostata venga raggiunta. In caso contrario, potrebbe essere necessario chiamare un tecnico specializzato per verificare eventuali guasti o problemi di funzionamento.
Verificare le tubazioni
Le tubazioni del condizionatore possono essere danneggiate dall’usura o dall’invecchiamento. Prima dell’estate, è importante verificare che le tubazioni siano in buone condizioni e non presentino crepe o rotture. In caso contrario, è consigliabile sostituire le tubazioni prima dell’inizio della stagione estiva.
Ricaricare il gas refrigerante
Il gas refrigerante è fondamentale per il funzionamento del condizionatore. Se il condizionatore non raffredda correttamente, potrebbe essere necessario effettuare una ricarica del gas refrigerante. Questa operazione deve essere effettuata da un tecnico specializzato, in quanto richiede l’uso di attrezzature specifiche.
Verificare il livello di umidità
Un altro fattore importante da considerare durante la manutenzione del condizionatore è il livello di umidità nell’aria. Se l’aria è troppo umida, il condizionatore dovrà lavorare di più per raffreddare l’ambiente, consumando più energia e riducendo la sua efficienza. Per verificare il livello di umidità, è possibile utilizzare un igrometro o un’apposita applicazione per smartphone.
In conclusione per fare la manutenzione del condizionatore prima dei mesi estivi, è necessario pulire i filtri, il condensatore e verificare il funzionamento del dispositivo. Inoltre, è importante verificare che le tubazioni siano in buone condizioni, che il gas refrigerante sia presente in quantità adeguata e che il livello di umidità nell’aria sia ottimale.
Per evitare problemi futuri, si consiglia di effettuare la manutenzione del condizionatore regolarmente, anche durante l’uso. Infatti, se i filtri non vengono puliti con frequenza, possono ostruire l’ingresso d’aria e far lavorare il condizionatore in modo non corretto, riducendo la sua efficienza e aumentando il consumo di energia.
Inoltre, per evitare l’accumulo di polvere e sporco nel condensatore, è consigliabile pulirlo almeno una volta all’anno.
Infine, per garantire il corretto funzionamento del condizionatore, è importante non coprire le griglie di ventilazione o ostruire l’ingresso d’aria, ed è consigliabile utilizzarlo solo quando necessario e impostare la temperatura a un livello confortevole.
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Acqua del condizionatore: non buttarla, ma riutilizzala in questi 3 modi
Se avete un condizionatore d’aria e avete raccolto l’acqua dallo scarico, assicuratevi di non buttarla accidentalmente perché si tratterebbe di un vero e proprio spreco.
Quell’acqua è una risorsa preziosa, soprattutto in periodi di siccità come quello attuale, e può essere riutilizzata in diversi modi.
Non è acqua potabile, perché proveniente dallo scarico di un elettrodomestico, quindi non bevetela e non datela ai vostri animali, ma è priva di calcare e può tornare utile per molte faccende domestiche.
In base a quanto appena osservato, il consiglio è di acquistare un serbatoio dedicato alla raccolta dell’acqua di scarico del condizionatore, in modo che non vada sprecata e possa quindi essere riutilizzata.
Vediamo 3 idee per riciclare l’acqua del climatizzatore.
1 Sciacquone del bagno
Ogni volta che una persona si reca in bagno ed utilizza lo sciacquone, vengono sprecati oltre 10 litri di acqua potabile.
Gli scarichi del bagno costituiscono una voce importante del consumo idrico domestico medio, circa il 30%.
Per abbassare i consumi basterà utilizzare l’acqua raccolta dai condizionatori invece che attivare lo sciacquone, servendosi di un secchio per riversarla all’interno del wc.
Con questo semplice gesto potrete abbattere i consumi d’acqua ed eliminare uno spreco davvero inutile, facendo un favore all’ambiente ed al vostro portafogli.
2 Automobile
Si può utilizzare l’acqua proveniente dal condizionatore per avere cura della propria automobile.
Abbiamo visto che si tratta di un’acqua priva di calcare, e quindi si potrà utilizzarla per lavare vetri e tergicristalli: non essendo presente il calcare, l’acqua non lascerà aloni o residui e le superfici risulteranno perfettamente pulite.
L’assenza di calcare risulta utile anche per altre occasioni: visto che si tratta di acqua dolce, potrà essere utilizzata per riempire il radiatore dell’auto, senza possibilità che si verifichino danni al motore.
3 Shampoo
Concludiamo l’articolo con un consiglio di bellezza. Si può utilizzare l’acqua del condizionatore per lavare i capelli.
Anche in questo caso, è l’assenza di calcare a fare la differenza.
Un’acqua come quella condensata dal climatizzatore è un vero toccasana per i capelli: essendo priva di calcare, non danneggia le fibre proteiche di cui sono composti i capelli, risultando una scelta davvero più indicata rispetto alla normale acqua corrente.
Tutto quello che bisognerà fare è scaldare leggermente l’acqua raccolta, lasciarla sul fuoco per qualche minuto e poi impiegarla per lo shampoo normale.
Così facendo, sarà possibile ottenere capelli più corposi, lisci e lucenti.
Se ancora non avete un condizionatore o state pensando di cambiarlo, potete visitare la nostra pagina web dedicata e trovare l’offerta a voi più congeniale.
H2O Italia tratta marchi di spessore, quali Daikin, Fuji, Fujitsu, Bosch e Haier. I climatizzatori sono moderni, silenziosi, riscaldano e raffreddano velocemente e sono in classe energetica A+++, migliorano quindi la classe energetica della casa e sostenibili, di classe energetica A+++.).
H2O Italia garantisce consulenze gratuite in fase di preventivo, in cui il cliente potrà avere tutte le informazioni necessarie, è un’azienda certificata F-gas con tecnici specializzati e si occupa anche della compilazione di pratiche come la conformità, la pratica ENEA necessaria per la detrazione fiscale e il libretto di impianto. Oltre ad assicurare assistenza e manutenzione continua assicura l’erogazione di tutta la documentazione prevista per legge, come Conformità, ENEA e libretto d’impianto.).
Read MoreAmmorbidente sì o no: 5 alternative ai prodotti chimici
Per quanto un bucato morbido, pulito e profumato sia piacevole e desiderabile, bisogna riflettere su una fattispecie spesso sottostimata e poco considerata: l’elemento che dona morbidezza, l’ammorbidente appunto, rappresenta uno dei prodotti più tossici che è possibile trovare in ambito domestico.
I classici ammorbidenti commerciali contengono una moltitudine di sostanze chimiche e nocive, quali esterquat, addensanti, profumi, additivi, fosfati, pentano, limonene, benzel acetato e coloranti artificiali, che non solo inquinano l’ambiente, ma possono danneggiare la salute delle persone, scatenando reazioni allergiche, asma, dermatiti e danni al sistema nervoso.
Stabilito quanto sopra, è possibile trovare valide alternative, assolutamente naturali e per nulla nocive.
Siete pronti a rinunciare agli ammorbidenti commerciali senza sacrificare la morbidezza dei vostri capi d’abbigliamento?
Seguite i nostri 5 consigli per un bucato più naturale ed ecologico.
1 Bicarbonato di sodio
Vediamo la prima alternativa ai prodotti chimici.
Per realizzare un ammorbidente fai da te si può utilizzare il bicarbonato di sodio.
Scioglietene mezzo bicchiere in acqua ed aggiungetelo in lavatrice insieme ai panni da lavare.
Il bicarbonato ha l’innata capacità di ridurre l’elettricità statica dei tessuti e addolcisce l’acqua, per questo in chimica viene definita “sostanza tampone”.
2 Aceto
Una seconda alternativa come ammorbidente è rappresentata dall’aceto.
Aggiungetene un bicchiere all’acqua di lavaggio, avendo cura di non versarlo direttamente sui vestiti, ma utilizzando l’apposito cestello.
Cercate inoltre di tenerlo separato dal detersivo in polvere, altrimenti, se a contatto l’una con l’altra, le due sostanze finirebbero per annullarsi a vicenda.
3 Acido citrico
Per la preparazione di questo ammorbidente fatto in casa sarà sufficiente sciogliere
20 grammi di acido citrico, corrispondenti a circa 3 cucchiaini da caffè, in un contenitore di plastica contenente circa 500 ml d’acqua di rubinetto.
Il consiglio è di impiegare un contenitore con tappo, che potrà essere facilmente agitato prima di essere utilizzato.
Per ottenere un emolliente efficace e profumato, potreste aggiungere 5 gocce di olio essenziale, scegliendo la fragranza a voi più congeniale (lavanda, cedro, rosa, gelsomino).
4 Ammorbidente naturale non naturale ma vegetale
È possibile trovare in commercio ammorbidenti vegetali e biodegradabili in acqua in 28 giorni quindi non fanno a tempo ad arrivare al mare (naturali ed ecologici,) preferibilmente alla spina, come quello della linea Rosae, un ammorbidente adatto a tutti i tipi di tessuti. Rende i capi morbidi e molto profumati grazie alle microcapsule cioè sfere di olio essenziale che si rompono al contatto tra tessuto e pelle, sprigionando ulteriore profumazione. Igienizza le residue cariche batteriche presenti dopo un normale lavaggio e inibisce la formazione di odori sgradevoli.
5 Palline di lana
Altro ammorbidente non chimico è costituito dalle famose palline, realizzate in lana organica, che devono essere inserite nell’asciugatrice: serviranno per assorbire l’umidità, ridurre le pieghe e lasciare i capi morbidissimi.
Le palline in lana organica sono inoltre riutilizzabili.
Ricordiamo inoltre che per ridurre l’inquinamento e dire no ai prodotti chimici potete trovare la nostra linea di detersivi alla spina.
I detersivi di H2o Italia sono ecologici e biodegradabili, sono economici perchè iperconcentrati (1 litro equivale ai 3 dei classici detersivi in commercio, possono essere ricaricati e non sono un problema per la salute.
La linea Lavaverde rappresenta il meglio per una pulizia della casa e del bucato sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
I nostri detersivi per il bucato sono disponibili in diverse profumazioni sia per tutti i tipi di capi che per delicati, capi colorati e capi scuri. Sono presenti anche linee ipoallergeniche.
I nostri detersivi per la casa si dividono in prodotti per utilizzo in lavastoviglie, piatti a mano, pavimenti (con molecola blocca-odori perfetta per i possessori di animali domestici) e superfici. e per tutte le superfici, dal legno al cotto, e contengono la molecola blocca-odore, perfetta per i possessori di animali domestici.
Caldaie: tutti i modelli in commercio e quale consuma meno
Una caldaia è la parte più importante di un sistema di riscaldamento centralizzato, in quanto mantiene i termosifoni in funzione e riscalda l’acqua per rubinetti, docce e vasche da bagno.
C’è una grande varietà di caldaie a gas sul mercato, e funzionano tutte più o meno allo stesso modo: riscaldando il gas per riscaldare la tua casa. Questo gas può entrare in caldaia in due modi diversi: tramite allacciamento ad una rete o tramite una bombola di GPL.
Esistono anche le caldaie elettriche o quelle a biomassa, vediamo insieme tutti i modelli che esistono in commercio.
Quali sono tutti i modelli di caldaie in commercio
Caldaia elettrica
Le caldaie elettriche sfruttano l’elettricità per produrre calore, grazie al cosiddetto effetto Joule.
A differenza di altre caldaie, non c’è combustione e quindi non ci sono i fumi di scarico. Proprio per questo, l’installazione è semplice, poco costosa e può essere effettuata in qualsiasi ambiente della casa.
Con le caldaie elettriche l’impatto ambientale è ridotto, visto che non vi sono emissioni di CO2 e di monossido di carbonio, la manutenzione è ridotta e possono essere abbinate ad un impianto fotovoltaico.
L’unico inconveniente riguarda i consumi ed i costi: le caldaie elettriche aumentano i consumi di elettricità, facendo lievitare i costi della bolletta della luce.
I prezzi possono variare da un minimo di 100 euro ad un massimo di 1.500 euro, a seconda della potenza impiegata. Inoltre, pur essendo eccellenti per piccole case o appartamenti con una sola camera da letto, raramente possono soddisfare richieste più elevate di riscaldamento e acqua calda in proprietà più grandi.
Caldaia a condensazione
Le caldaie a condensazione sfruttano una particolare tecnologia capace di riutilizzare il calore convogliato nella canna fumaria, garantendo in questo modo un alto rendimento ed un considerevole risparmio in bolletta.
Inoltre, le caldaie a condensazione riducono i consumi e le emissioni nocive, rappresentando una soluzione validissima per salvaguardare l’ambiente e rendere possibile una vera sostenibilità.
In che modo?
In una caldaia non a condensazione, i gas caldi vengono rilasciati dopo il primo ciclo. Ciò significa che molta anidride carbonica, “gas serra” prevalente, viene scaricata nell’ambiente, contribuendo al riscaldamento globale. Tuttavia, una caldaia a condensazione riutilizza questo gas e, di conseguenza, le emissioni sono molto inferiori. Una caldaia a condensazione può prelevare energia, almeno il doppio, dagli stessi gas sprigionati da un solo passaggio di calore. Ciò significa che utilizza meno energia per produrre il calore e l’acqua calda di cui la casa ha bisogno. Un minor consumo di energia riduce l’impronta di carbonio e la dipendenza dai combustibili fossili.
Da H20 Italia potrete trovare una vasta scelta di caldaie a condensazione delle migliori marche per realizzare un vero risparmio energetico.
Pompa di calore
La miglior soluzione per liberare la propria abitazione dal riscaldamento a gas.
Le caldaie con pompa di calore prelevano energia termica dall’esterno (acqua, aria, sottosuolo) e la utilizzano per riscaldare l’ambiente o produrre acqua calda sanitaria.
Questa tipologia di caldaia utilizza soltanto l’energia elettrica necessaria all’attivazione del compressore e degli altri componenti.
Tra i vari modelli si possono trovare i sistemi aria-acqua (con prezzi fino a 10 mila euro), sistemi aria-aria (con prezzi compresi tra 2.000 ed 8.000 euro) e geotermici (i prezzi arrivano fino a 20mila euro).
Caldaia a biomassa
La caldaia a biomassa funziona attraverso l’utilizzo di pellet o legna, i quali vengono bruciati per riscaldare l’ambiente.
Esistono modelli che prevedono i termoconvettori, con prezzo compreso tra 1000 e 4.000 euro, ad impianti con sistema radiante (in questo il prezzo può arrivare fino a 10 mila euro).
Le caldaie a biomassa hanno bisogno di costante manutenzione (devono essere pulite quotidianamente), comportano la disponibilità di un ambiente spazioso in cui depositare il combustibile e producono comunque emissioni nocive, come CO2 e polveri sottili
Read More7 consigli per essere più sostenibili anche in ufficio
La sostenibilità, intesa come condizione di sviluppo capace di garantire il soddisfacimento dei bisogni dell’attuale generazione senza che però siano condizionate negativamente le generazioni future, è un tema ormai ampiamente dibattuto, che abbraccia ogni campo della società civile.
Nel lavoro, un numero sempre maggiore di aziende sta concentrando gli sforzi sulla questione ecologico ambientale, non solo per gli aspetti legati alla produzione (attraverso una serie di azioni mirate, ad esempio, alla riduzione delle emissioni nocive), ma anche attraverso una sensibilizzazione generale dei dipendenti, che vengono spinti ad un utilizzo più responsabile sia dei luoghi che degli strumenti di lavoro.
In questo articolo vedremo 7 accorgimenti che possono essere adottati in qualunque ufficio al fine di ridurre l’impatto ambientale ed aumentare la sostenibilità.
1 Adotta nuove abitudini
Il primo concetto, molto generale, dovrebbe prevedere un ripensamento completo delle normali abitudini di vita quotidiana.
Come punto di partenza si consiglia quindi un’analisi dei comportamenti normalmente adottati, in modo da individuare cosa cambiare in funzione di una maggiore sostenibilità.
Come recita un vecchio adagio, un primo passo conduce al secondo.
2 Fai la raccolta differenziata
La raccolta differenziata fa parte delle abitudini domestiche da anni, quindi perché non estenderla anche all’ufficio?
Utilizzare i contenitori per la raccolta differenziata sul posto di lavoro garantisce un corretto smaltimento dei rifiuti, per un pianeta sempre più sostenibile.
Se la vostra azienda non li ha ancora implementati, parlatene con il datore di lavoro.
3 Usa borracce plastic free
Ridurre l’uso della plastica rappresenta sempre una soluzione valida per ridurre l’inquinamento ed aumentare la sostenibilità.
Per questo, invece di acquistare acqua in bottiglia, utilizzate borracce in vetro o in alluminio.
Oltre a ridurre gli sprechi ed il consumo di plastica, potrete anche risparmiare. E per quanto riguarda l’acqua da bere gli erogatori da ufficio sono estremamente facili da installare e da mantenere. Basta un rubinetto per fare un’ allacciamento diretto dell’acqua. Dopo l’installazione iniziale, la maggior parte richiede solo un appuntamento di assistenza annuale per verificare la presenza di problemi operativi e sostituire il filtro.
4 Usa detersivi ecologici
Per essere green al 100%, una buona abitudine potrebbe riguardare l’acquisto di detersivi biodegradabili ed ecosostenibili, in luogo dei classici detergenti commerciali
I prodotti alla spina sono un’ottima soluzione: sono ecologici, convenienti e non arrecano danno alla salute delle persone.
Nei punti vendita H20 Italia potete trovare un’ottima linea di detersivi alla spina, date un’occhiata qui.
5 Usa contenitori riciclabili
Se preferite portarvi il pranzo da casa, dite no ai contenitori usa e getta.
Per la pausa pranzo, al posto di piatti, posate, bicchieri e contenitori in plastica, scegliete elementi in vetro, ceramica o realizzati in materiali riciclabili.
In questo modo si ridurrà l’utilizzo della plastica e si potranno abbattere i costi.
6 Risparmia energia
Per rendere possibile un reale risparmio energetico, bisogna prestare maggiore attenzione e ridurre gli sprechi.
In ufficio l’uso della tecnologia è all’ordine del giorno, tra computer, monitor ed altri device elettronici, ed un utilizzo più consapevole permetterà un notevole risparmio in termini energetici.
Spegnete il PC quando non viene utilizzato, settate lo stand by per lo spegnimento del monitor e cercate il più possibile di sfruttare la luce naturale per evitare di accendere continuamente le luci artificiali.
7 Prediligi lo Smart working
L’ultimo consiglio porta all’ennesima potenza la sostenibilità da ufficio, visto che si resta direttamente a casa.
Lavorando dalla propria abitazione si riduce l’inquinamento prodotto dagli spostamenti in auto o in moto verso il posto di lavoro, ed ovviamente si possono ridurre le problematiche legate ai punti precedenti dell’articolo.
Parlatene con il vostro datore di lavoro e cercate di trovare un compromesso sul numero di giorni in cui adottare lo smart working.
Quanto inquinano le tue pulizie?
Le pulizie rappresentano sicuramente una delle maggiori priorità in ambito domestico: tutti noi vogliamo una casa sempre in ordine, che abbia superfici perfettamente pulite ed igienizzate e che possa donare quella meravigliosa sensazione di perfezione.
Un ambiente armonioso, immacolato e profumato è in grado di donare benessere e serenità, oltre a favorire le relazione sociali (un ospite si sentirà accolto e sarà più a suo agio in un luogo pulito).
Prendersi cura della propria casa è come prendersi cura di se stessi:
- Dormire in una casa pulita e ordinata rende le persone maggiormente rilassate, aiuta nella produzione di serotonina ed aumenta il livello di comfort.
- Una casa ben igienizzata può avere effetti positivi sulla salute, in particolare per chi soffre di specifici disturbi, come asma o allergie.
- Anche da un punto di vista psicologico ci sono risvolti positivi, visto che le condizioni dell’ambiente in cui viviamo possono influire sullo stato mentale delle persone (il caos visivo può contribuire alla produzione di cortisolo, l’ormone dello stress).
L’aspetto negativo della questione riguarda l’utilizzo dei prodotti detergenti, quasi sempre nocivi per l’ambiente, perché pieni di sostanze tossiche capaci di danneggiare il pianeta.
Perché i detersivi inquinano
I detersivi inquinano e lo fanno in modo molto invasivo: profumi, saponi, vernici, pesticidi e sgrassatori contengono una serie di sostanze chimiche che si disperderanno nell’aria, nei mari e nei fiumi, superando addirittura l’inquinamento prodotto dalle automobili.
Greenpeace, l’organizzazione ambientalista fondata a Vancouver nel 1971, ha rilevato che dal 1930 ad oggi sono state disperse nell’aria oltre 400 milioni di tonnellate di sostanze chimiche, generate proprio dai comuni detersivi utilizzati per le pulizie domestiche.
L’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente), organizzazione internazionale che opera dal 1972, ha stabilito che una famiglia europea, mediamente, utilizza per le pulizie circa 15-20 prodotti chimici.
Tra le sostanze più inquinanti contenute nei detersivi possiamo riscontrare i derivati del petrolio (petrolati), come il sodio lauriletere solfato ed il laurisolfato di sodio, che non sono biodegradabili, gli idrocarburi alifatici (propano butano, esano, limonene), gli idrocarburi alogenati (cloroformio, cloruro di metilene, pentaclorofenolo), gli idrocarburi aromatici (benzene, toluene, xilene), gli alcoli (alcool etilico, alcool metilico) e gli aldeidi (formaldeide, acetaldeide), tutti materiali contenuti all’interno di detersivi, profumi, pesticidi, sgrassatori, vernici, pitture, smalti, diluenti, cosmetici, isolanti e disinfettanti, ossia gli elementi principali che vengono impiegati per la pulizia e la manutenzione degli immobili.
Questi dati sono piuttosto allarmanti e negli ultimi anni si è iniziato un processo di consapevolezza sulla questione detersivi/inquinamento, che ha portato (e sta portando) ad una serie di interventi per limitare il fenomeno (per fare un esempio, già dagli anni ’90 gli Usa, attraverso il National Volatile Organic Compound Emission Standard, hanno stabilito dei limiti standard da rispettare per le aziende che fabbricano prodotti per l’igiene, in modo da limitare le sostanze chimiche impiegate).
Come trasformare le tue pulizie in pulizie ecologiche
Una buona soluzione in grado di limitare questo tipo di inquinamento è rappresentata dall’utilizzo di detersivi alla spina.
I prodotti sfusi sono ecologici e biodegradabili, sono convenienti dal punto di vista economico, si possono ricaricare e non sono nocivi per la salute.
Nei negozi H2O Italia puoi trovare la linea di detersivi alla spina Lavaverde, i detersivi ecologici per la casa completamente sostenibili e ricaricabili.
Disponibili in diverse profumazioni e per tutte le superfici.
Nello specifico, i prodotti pulizia casa per pavimenti contengono la molecola blocca-odore, ideale per chi ha animali domestici, e sono utilizzabili su tutte le superfici dal legno al cotto.
I prodotti alla spina sono più sani e contribuiscono al benessere del pianeta, perché oltre a non contenere sostanze chimiche inquinanti, azzerano gli imballaggi e limitano la produzione di rifiuti a loro legati.
Se volete fare un favore a voi stessi ed all’ambiente, dovreste seriamente considerare l’idea di abbandonare i classici detersivi ed utilizzare costantemente i prodotti alla spina.
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Acqua calda: come ridurre la bolletta e anche gli sprechi
Siamo in pieno inverno ed il consumo di acqua calda rappresenta una delle voci più consistenti del bilancio familiare, pesando non poco sulla bolletta del gas.
Per questo è importante ottimizzare al meglio i consumi, cercando di ridurre gli sprechi attraverso un uso consapevole di rubinetti ed elettrodomestici: a ringraziare saranno sia il portafogli che l’ambiente.
Vediamo qualche utile accorgimento per risparmiare energia.
Come risparmiare quotidianamente
Attenzione al rubinetto
Partiamo dal rapporto con il rubinetto.
Quando lo azioniamo, dovremmo chiederci se sia davvero necessario utilizzare l’acqua calda, facendo attivare la caldaia per pochi secondi o qualche minuto: l’attivazione della caldaia richiede un corposo dispendio di energia e di tempo, costringendo le persone ad attendere che l’acqua diventi sempre più calda fino al raggiungimento della temperatura desiderata.
In quel lasso di tempo l’acqua scorre e viene sprecata, la caldaia si attiva ed inizia a consumare energia, i consumi aumentano e la bolletta lo dimostrerà chiaramente.
Se per fare la doccia abbiamo ovviamente bisogno di acqua calda, ne possiamo tranquillamente fare a meno in altre occasioni: lavarsi le mani o i denti, sciacquare qualcosa velocemente (che si tratti di vestiti o stoviglie) sono azioni che possono essere realizzata anche con l’acqua fredda.
Nel caso in cui non sia possibile rinunciare all’acqua calda anche negli esempi appena osservati, si potrebbe trovare un compromesso utilizzando ad esempio una bacinella per raccogliere l’acqua che scorre prima di diventare calda: in questo modo non andrà sprecata e potrà essere riutilizzata per altri scopi (per lo scarico del bagno o per le pulizie domestiche).
Ridurre il getto d’acqua
Un altro modo per ridurre i consumi di acqua calda prevede l’utilizzo dei riduttori di flusso: sono dei dispositivi che consentono la riduzione del getto d’acqua proveniente dal rubinetto. Si possono acquistare presso i ferramenta per pochi euro.
Se la differenza di flusso può sembrare minima, in realtà sul lungo periodo garantisce un buon risparmio.
Per favorire il risparmio energetico si può installare un miscelatore a basso consumo, il quale assicura uno spreco minore d’acqua ed il raggiungimento di temperature meno alte (così facendo si consumerà meno energia).
La pompa di ricircolo dell’acqua
Abbiamo parlato del tempo di attesa che intercorre tra apertura del rubinetto e la fuoriuscita di acqua calda, descrivendolo come uno dei fattori in grado di aumentare sprechi e consumi. Ebbene, visto che l’attesa dipende da diversi fattori (distanza tra rubinetto e caldaia, efficienza dell’impianto, temperatura esterna) per ovviare al problema è possibile utilizzare una pompa di ricircolo dell’acqua, un apparecchio che prevede l’installazione di un tubo aggiuntivo, appositamente disegnato per l’acqua calda ed installato nell’impianto idraulico. Questo strumento crea un anello di ricircolo dall’impianto al rubinetto e viceversa, garantendo un afflusso d’acqua rapido.
Un ultimo consiglio riguarda la lavastoviglie: preferitela sempre al lavaggio a mano, potrete in questo modo risparmiare sia sull’acqua (fino al 50%) che sull’energia (fino al 30%). Ricordatevi soltanto di utilizzarla a pieno carico ed azionarla nelle ore serali per ottimizzare i consumi.
Boiler o caldaia?
In caso di riscaldamento autonomo consigliamo l’installazione di una caldaia, in presenza di un nucleo familiare molto numeroso forse l’opzione migliore sarebbe quella di installare sia il boiler che la caldaia (un consiglio, sarebbe opportuno installare una caldaia con bollitore integrato). Le caldaie di H2O Italia sono tra le migliori marche presenti sul mercato, garantiscono un rendimento elevato e minori costi in bolletta.
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Capsule del caffè: non fare questo errore quando le butti
Il caffè in Italia è sinonimo di qualità e tradizione: gli italiani lo adorano e ne consumano una gran quantità ogni giorno, nelle più disparate situazioni.
Si beve caffè a colazione, in pausa lavoro, dopo i pasti e per condividere un momento di relax con una persona cara: non importa quale sia l’occasione, un buon caffè non si rifiuta mai.
Negli ultimi anni, le abitudini domestiche riguardanti il caffè hanno subito delle modifiche, e la classica moka (che utilizza il caffè in polvere) viene ormai affiancata o del tutto sostituita dalle macchine che utilizzano il caffè in cialde o in capsule.
Da qui nasce un problema inerente la raccolta differenziata, perché lo smaltimento di cialde e capsule del caffè genera ancora molti dubbi e confusione tra i cittadini, che spesso sbagliano i metodi di smaltimento.
La causa va in parte riscontrata nella grande varietà di materiali da cui è composto l’universo delle cialde e delle capsule di caffè: prodotti diversi ed involucri diversi, che necessitano pertanto di percorsi differenti in fase di smaltimento.
In questo articolo cercheremo di portare un po’ di chiarezza, osservando i corretti processi di ridicolo a seconda del materiale.
Come differenziare nel modo corretto cialde e capsule
Come detto in precedenza, le macchine per caffè che utilizzano cialde e capsule sono sempre più popolari, ed i rifiuti che esse generano costituiscono una realtà che va compresa per poter essere affrontata nel modo adeguato.
Una volta utilizzate, cialde e capsule diventano rifiuti e vanno smaltite correttamente.
Vediamo in che modo.
1- Cialde
Partiamo dal caffè in cialda.
Le cialde di carta devono essere gettate nei rifiuti organici, perché sono compostabili.
Questa caratteristica le rende più sostenibili rispetto alle capsule, le quali rappresentano una fonte d’inquinamento decisamente superiore.
2- Capsule in plastica
Stiamo parlando delle capsule tradizionali, le più diffuse e comuni.
Le capsule in plastica non lasciano dubbi: dopo l’utilizzo, bisogna sciacquare l’involucro per eliminare i residui di caffè e gettarlo nei rifiuti di plastica.
3- Capsule in alluminio
In alternativa alla plastica, le capsule realizzate in alluminio.
Anche in questo caso, dopo aver preparato il caffè e necessario sciacquare l’involucro per i residui e gettarlo nella sezione riservata a metalli/alluminio (a seconda dei diversi comuni italiani, l’alluminio può essere smaltito insieme a plastica/vetro, e bisognerà per questo seguire le norme del proprio comune di appartenenza).
Le capsule in alluminio sono al 100% riciclabili.
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Read MoreCosa fare se l’acqua domestica contiene troppo calcare?
La presenza del calcare rappresenta sicuramente uno dei problemi domestici più comuni e fastidiosi, capace di rigenerarsi e ripresentarsi con grande costanza, nonostante una serrata lotta a suon di prodotti anticalcare e tanto olio di gomito.
La formazione del calcare si deve all’acqua, ed in particolare alla durezza di quest’ultima: il termine durezza indica il contenuto di sali di calcio (Ca) e magnesio (Mg) presenti nell’acqua.
Dove si forma il calcare?
Una famiglia di quattro persone può creare fino a 70 chilogrammi di calcare all’anno, semplicemente utilizzando l’acqua nel modo consueto.
I sali di calcio e magnesio sono i diretti responsabili dei depositi di calcare che possono interessare lavelli, sanitari, elettrodomestici, bicchieri, e tutti gli oggetti che sono a contatto diretto con l’acqua. Il calcare, nel corso del tempo, darà vita ad aloni, macchie ed incrostazioni (compromettendo l’estetica di superfici ed oggetti) e danneggerà gli elettrodomestici (come ad esempio lavatrice, lavastoviglie, bollitore elettrico, macchina per il caffè). Tuttavia, il calcare si accumula anche in zone della casa che non si vedono, si accumulerà nei tubi dell’impianto di riscaldamento, nei radiatori e direttamente nei tubi dell’acqua.
I tre problemi principali con l’accumulo di calcare sono:
Aumento delle bollette energetiche: quando il tuo sistema di riscaldamento si intasa di calcare, deve lavorare di più per portare la casa alla giusta temperatura.
Danni agli elettrodomestici: hai mai sentito un rombo provenire dalla tua caldaia quando si avvia? In tal caso, si parla di kettling, causato dall’accumulo di calcare che riduce il flusso d’acqua all’interno dello scambiatore di calore. La caldaia deve quindi lavorare di più per riscaldare a sufficienza la casa e, di conseguenza, si può guastare più facilmente.
È necessaria una pulizia extra degli impianti
Come eliminare il calcare dall’acqua
Per tornare al concetto iniziale, una concentrazione alta di calcio e magnesio all’interno determina una maggiore durezza dell’acqua, che di conseguenza aumenterà il rischio di formazione di calcare.
I metodi tradizionali, come già accennato in apertura, prevedono l’utilizzo di prodotti specifici anticalcare, da applicare sulle superfici interessate o all’interno dei macchinari elettronici che utilizzano l’acqua (decalcificazione).
Questa metodologia non elimina completamente il problema, che si ripresenterà presto, e alla lunga costituisce sia una fonte di inquinamento (i prodotti per eliminare il calcare contengono sostanze chimiche, che si disperdono nelle tubature) che un notevole esborso economico.
Alla luce di tutto questo, perché non risolvere il problema alla radice, riducendo la durezza dell’acqua?
Per realizzare tale proposito sarà sufficiente acquistare un addolcitore.
Cos’è un addolcitore?
Gli addolcitori sono strumenti preposti al trattamento dell’acqua domestica, in grado di diminuirne la durezza.
In pratica, un addolcitore riduce la presenza di calcio e magnesio all’interno dell’acqua, restituendone una versione meno dura e quindi meno calcarea.
Vediamo cosa dice il legislatore a riguardo, e come definisce gli addolcitori (Decreto 21 dicembre 1990, n.443:
“Gli addolcitori a scambio ionico sono quelle apparecchiature atte a sostituire gli ioni costituenti la durezza dell’acqua con ioni di sodio, allo scopo di diminuire o eliminare la formazione di depositi calcarei consentendo un risparmio energetico e una riduzione nell’impiego di detersivi.
Per detti addolcitori debbono venire osservate le ulteriori seguenti condizioni:
- a) le apparecchiature devono essere dotate di un dispositivo per la rigenerazione automatica, che deve venire effettuata almeno ogni quattro giorni;
- b) le apparecchiature devono essere dotate di un sistema automatico di auto disinfezione durante la rigenerazione; in difetto,
le apparecchiature devono essere dotate di un idoneo sistema di post-disinfezione continua;
- c) qualora per i sistemi di auto disinfezione o di post-disinfezione siano previste modalità’ diverse dall’impiego del cloro o di suoi composti (nonché’ dell’impiego di lampade a raggi
U.V., limitatamente alla post-disinfezione), dette modalità dovranno essere approvate dal Ministero della sanità’ sulla base della rispondenza al protocollo sperimentale di cui all’allegato I;
- d) le apparecchiature devono essere dotate di un sistema di miscelazione dell’acqua originaria con quella trattata al fine di mantenere la durezza ai punti d’uso nell’ambito di quanto previsto
dal decreto del Presidente della Repubblica n. 236/1988, ed il contenuto in sodioioni non eccedente complessivamente il limite di 150 mg/1 come Na;
- e) le resine e gli altri scambiatori di ioni devono rispondere alle prescrizioni previste per i tipi utilizzati nel campo alimentare”.
L’acquisto di un addolcitore risolve per sempre il problema del calcare, perché con la sua azione preventiva esso non si presenterà.
Inoltre, con un addolcitore si preserva l’ambiente e si può risparmiare tempo e denaro.
Gli addolcitori H2O Italia sono formati da una struttura solida e da materiali di qualità che garantiscono affidabilità e funzionalità nel tempo, permettendo al cliente di risparmiare in termini di tempo e costi. Come tutti gli apparecchi per il trattamento delle acque potabili, anche gli addolcitori necessitano di regolare manutenzione, in questo caso l’azienda svolge un importante servizio in cui supporta il cliente in una corretta conduzione e manutenzione degli impianti, ricordando anche a cadenza fissa le operazioni da mettere in atto per la conservazione e il loro funzionamento ottimale.
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