Quali sono i benefici ambientali di una caldaia a condensazione
Le caldaie a condensazione sono una validissima alternativa ai classici impianti a gas, in grado di apportare diversi benefici in termini di efficienza, affidabilità e resa generale.
Grazie ad una tecnologia particolarmente avanzata, le caldaie a condensazione rappresentano un sistema di riscaldamento innovativo, capace sia di abbattere i consumi di gas, rendendo i costi meno eccessivi, che di ridurre le emissioni nocive, favorendo in questo modo la sostenibilità ambientale.
In commercio ne esistono molteplici, così come quelle vendute dall’azienda H2O Italia, caldaie a condensazione delle migliori marche, tra cui potrete scegliere quella più adatta alle vostre esigenze sia di budget che inerenti la vostra unità abitativa.
Come funziona una caldaia a condensazione
Alla base del funzionamento delle caldaie a condensazione vi è la combustione, come per le caldaie tradizionali.
La grande differenza, che rende unici questi sistemi, risiede nella capacità di limitare la dispersione del calore. Se le normali caldaie disperdono gran parte dell’energia termica prodotta attraverso la combustione di gas, le caldaie a condensazione riescono invece ad utilizzarla pienamente.
Tutto ciò e reso possibile dallo scambiatore primario, nel quale vengono canalizzati anche i gas combusti che andrebbero altrimenti persi: questi gas vengono poi raffreddati e trasformati in condensa (affinché il vapore acqueo possa cedere calore deve condensare, e questo processo avviene a temperature al di sotto dei 56° C).
Grazie al recupero del calore contenuto nei fumi di scarico ed al vapore acqueo, le caldaie a condensazione potranno sfruttare una fonte di energia supplementare, che verrebbe altrimenti dispersa nell’atmosfera.
Il calore, da prodotto di scarto, si trasforma in energia utile.
Quali sono i vantaggi
Ecco alcuni motivi per cui una caldaia a condensazione è la scelta ottimale per le vostre unità abitative:
- Risparmio economico
- Risparmio di spazio
- Riduzione dell’impronta di carbonio
La scelta di una caldaia con tecnologia a condensazione per il riscaldamento domestico e per la produzione di acqua calda sanitaria comporta diversi vantaggi.
Innanzitutto, i benefici economici: una caldaia a condensazione consuma meno rispetto alle caldaie tradizionali (tra il 30 ed il 40% in meno), e questo permette l’abbattimento dei costi, con bollette decisamente più contenute rispetto ai sistemi tradizionali.
Dal punto di vista ambientale, una caldaia a condensazione può fare la differenza in termini di sostenibilità per due motivi.
In primo luogo, la grande efficienza energetica (che può arrivare fino al 98% rispetto agli impianti classici) evita sprechi e dispersioni.
In secondo luogo, la tecnologia a condensazione rende possibile la riduzione di emissioni di sostanze nocive per l’ambiente (fino al 75% di emissioni in meno), perché nel processo di combustione la produzione di fuliggine e particolato sarà minore.
Le caldaie a condensazione possono essere inoltre combinate con altri impianti per aumentarne ulteriormente l’efficienza e la sostenibilità. Le combinazioni maggiormente diffuse sono realizzate con i pannelli solari termici e con la pompa di calore.
Read MoreEstate e caro bollette, i consigli ENEA per consumare in modo più intelligente
Con l’estate alle porte torna d’attualità il discorso sul caro bollette ed il risparmio energetico.
La crisi energetica degli ultimi mesi, aggravata dalla guerra in Ucraina, rende necessari alcuni accorgimenti per affrontare al meglio la stagione estiva.
Per risparmiare sulle bollette, salvaguardare l’ambiente e ridurre la dipendenza dal gas metano, l’Azienda nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ha pubblicato una guida contenete alcuni utili consigli sull’utilizzo dei climatizzatori, oltre ad alcuni buoni comportamenti da mettere in atto.
Un corretto utilizzo del climatizzatore, unito all’utilizzo dei pannelli solari, può infatti determinare un grandissimo risparmio di gas metano a livello nazionale, pari a 1,8 miliardi di metri cubi di gas (circa il 2,5% del consumo italiano conseguito nel 2021).
Il responsabile del Laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano, Nicolandrea Calabrese, si è espresso in questi termini:
“Nella climatizzazione estiva, le misure essenziali per ottenere bollette più leggere consistono nell’aumentare di due gradi il settaggio della temperatura interna, portando il termostato da 26 a 28° C, e chiudere le persiane quando non si è in casa. In particolare, nel periodo estivo è fondamentale schermare le finestre esposte a sud e a est. Ipotizzando che il 30% delle circa 25,7 milioni di famiglie italiane abbia due unita interne di condizionamento in funzione per 350 ore l’anno, con queste due semplici azioni si potrebbero risparmiare fino a oltre 1,3 miliardi di kWh elettrici corrispondenti a circa 100 milioni di metri cubici di metano in un anno.”
Il che significa ridurre il consumo di energia elettrica di circa il 50%.
I consigli di ENEA
Tra i consigli ENEA troviamo quelli che già da anni vengono indicati in qualsiasi linea guida che tratti di risparmio energetico, e vanno dal chiudere le persiane quando fa troppo caldo, per cercare di lasciare la casa più fresca, alla sostituzione di lampadine incandescenti.
Questi consigli che seguono, riportano alcune delle azioni fondamentali, inerenti soprattutto l’uso del condizionatore, che andrebbero messe in atto per abbattere consumi e costi durante la stagione estiva, ma non solo.
Attenzione alla classe energetica del climatizzatore
Un climatizzatore di classe A o superiore può far conseguire un risparmio energetico notevole. In merito alla questione, Calabrese sottolinea che: “Se anche solo il 5% delle famiglie sostituisse il proprio condizionatore energivoro con un modello alla massima efficienza, si potrebbe ottenere un risparmio di 180 milioni di kWh elettrici, corrispondenti a 14 milioni di metri cubici in un anno”.
Non raffreddare troppo l’ambiente e attenzione all’umidità
Settare il condizionatore su temperature eccessivamente basse non serve, saranno sufficienti un paio di gradi in meno rispetto alla temperatura esterna. Può inoltre tornare utile impostare il condizionatore in modalità deumidificatore, perché l’umidità presente nell’aria altera la percezione della temperatura reale, facendola sembrare più elevata.
Chiudere le persiane nelle ore più calde
In questo modo la temperatura interna dell’abitazione sarà più bassa, ed il condizionatore impiegherà meno energia per rinfrescare gli ambienti.
Utilizzare la tecnologia inverter
I condizionatori che adottano questa tecnologia possono convertire la corrente continua che entra nell’impianto in corrente alternata in uscita, ottimizzando le prestazioni ed i consumi. Hanno un prezzo d’acquisto maggiore rispetto ai modelli on-off, ma nel lungo periodo compenseranno la spesa con consumi ridotti.
Attenzione alla posizione del condizionatore
Il climatizzatore andrà installato in alto, perché l’aria fredda scende mentre quella calda sale. Evitare l’effetto barriera: posizionandolo dietro divani, tende e poltrone si ostacolerà la diffusione dell’aria fresca.
Utilizzare il timer e la funzione notte
Con il timer sarà possibile ridurre il tempo di accensione del climatizzatore, che lavorerà solo nei momenti di bisogno. La funzione notte regolerà invece la temperatura ambiente in relazione alla variazione della temperatura corporea.
Pulizia e manutenzione
Una regolare pulizia e manutenzione dell’impianto di climatizzazione potranno garantire la massima efficienza, evitando inoltre che si formino muffe e batteri dannosi per la salute.
I pannelli solari
Con l’installazione di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria si può realizzare un risparmio di gas pari a circa 1,7 miliardi di metri cubici all’anno. Calabrese si è cosi espresso in merito: “Questo dato lo abbiamo calcolato ipotizzandone l’installazione da parte dell’80% delle famiglie residenti in case unifamiliari, per le quali l’intervento è di semplice attuazione, e dal 20% di quelle che abitano in condominio, per un totale di circa 9,75 milioni di nuclei familiari. Il ricorso a pannelli solari termici può infatti coprire interamente il fabbisogno di una famiglia per la produzione di acqua calda sanitaria da aprile fino a ottobre, con un risparmio di circa 175 metri cubici di gas, considerando un consumo medio di 25 metri cubici al mese”.
Infine, per evitare inutili dispersioni è fondamentale isolare termicamente i tubi del circuito refrigerante presenti all’esterno dell’abitazione e assicurarsi che la parte esterna del climatizzatore non sia esposta al sole e alle intemperie.
Qui inoltre potrai trovare un approfondimento sui 5 errori da evitare con i climatizzatori per risparmiare energia.
Read MoreQual è l’impatto ambientale dell’uso dell’acqua in bottiglia?
Tra le varie tematiche di natura ambientale, il consumo di plastica è sicuramente uno dei più importanti.
La plastica è infatti uno dei materiali più utilizzati al mondo, impiegata in tantissimi settori: alimentare, cosmetico, edilizio, farmaceutico ed automobilistico sono solo alcuni dei campi di applicazione.
La plastica si presta a tantissimi usi e tipologie di lavorazione, a partire dall’utilizzo primario, quello del confezionamento.
E proprio di confezionamento si occupa questo articolo, in cui si prenderà in esame l’impatto ambientale generato dal consumo di acqua in bottiglie di plastica.
Acqua in bottiglia ed impatto ambientale
Rispetto all’acqua del rubinetto, l’acqua in bottiglia ha un impatto ambientale enormemente superiore.
Le stime di questa differenza hanno evidenziato dati allarmanti: l’acqua in bottiglie di plastica genera danni ambientali 3.500 volte superiori rispetto alla controparte del rubinetto.
I danni principali riguardano l’inquinamento, con i relativi danni all’ambiente ed alla salute delle persone, ed i costi di produzione.
Vedremo ora alcuni dati generici, affiancati da altri riguardanti gli Stati Uniti d’America, tra i primi consumatori d’acqua in bottiglie di plastica.
Diversi studi (come i lavori svolti dal Container Recycling Institute per gli USA) hanno evidenziato quanto segue:
- Gli americani consumano oltre il 25% delle risorse naturali del pianeta e la produzione di acqua in bottiglia consuma 17 milioni di barili di petrolio all’anno (stessa quantità che servirebbe per riempire di carburante un milione di automobili all’anno).
- Le bottiglie in plastica vengono realizzate con un prodotto petrolifero, il polietilene tereftalato (PET), che richiede enormi quantità di combustibili fossili per la produzione ed il trasporto.
- Negli Stati Uniti, ogni secondo circa 1000 persone aprono una bottiglia di plastica, ed ogni giorno ne vengono gettate via più di 60 milioni, destinate a marcire nelle discariche, per le strade, nei parchi e nei corsi d’acqua. Solo il 12% verrà riciclato.
- Per consegnare l’acqua in bottiglia, sulle strade americane ogni settimana viaggiano circa 40 mila camion a 18 ruote.
- Il consumo di acqua in bottiglie di plastica è in costante aumento in tutto il mondo, soprattutto nei paesi a medio e basso reddito. Negli USA, il consumo aumenta del 10% ogni anno.
- Una bottiglia in plastica impiega fino a 1000 anni per decomporsi, periodo nel quale rilascerà nell’ambiente sostanze tossiche e nocive per la salute.
- Le tossine rilasciate per la decomposizione possono causare problemi di fertilità e tumori.
Quali sono le alternative
Soluzioni diverse esistono e sono alla portata di tutti.
Il segreto risiede in cambio di mentalità, una piccola rivoluzione culturale che, modificando alcune pessime abitudini, potrà migliorare la vitta di tutto il pianeta.
Ecco come eliminare l’uso della plastica per le bottiglie d’acqua:
- Utilizzare l’acqua del rubinetto, che inoltre possiede un gusto migliore e viene sottoposta a regolari controlli.
- Impiegare bottiglie in acciaio o in alluminio, preferendole a quelle in plastica
- Acquistare un erogatore d’acqua, in modo da avere una maggiore qualità dell’acqua, migliorandone anche il gusto, eliminerà il cloro, ridurrà alcuni metalli pesanti e non permetterà la proliferazione di alghe e batteri. Inoltre in questa pagina troverete anche alcuni kit di microfiltrazione con soluzioni semplici per trattare l’acqua di casa.
- Aumentare la consapevolezza delle persone vicine, cercando di coinvolgere amici e parenti nella lotta alla plastica.
- Riciclare le bottiglie in plastica, gettandole negli appositi contenitori.
Poche e semplici idee, accessibili a chiunque, che potranno rendere il mondo un posto più pulito e sostenibile in cui vivere.
Read MoreCome eliminare il calcare dall’acqua?
Il calcare è uno dei nemici più temuti all’interno delle mura domestiche, capace di generare diversi problemi.
I depositi di calcare possono facilmente intaccare lavelli, rubinetti, sanitari, lavatrici, lavastoviglie, bicchieri e pentole in vetro, caldaie, ferri da stiro, bollitori elettrici macchine del caffè e così via, compromettendo sia l’estetica delle superfici (tramite la formazione di macchie ed incrostazioni) che la funzionalità degli elettrodomestici (danneggiandoli irrimediabilmente, quindi consumeranno di più e dureranno di meno).
I metodi tradizionali per la rimozione del calcare prevedono l’utilizzo di prodotti specifici, come i classici anticalcare, disponibili nei supermercati o nei negozi di casalinghi (ne esistono tantissimi tipi, dai più economici ai più costosi), oppure l’impiego di rimedi naturali, che possono contemplare l’uso singolo o combinato di una serie di ingredienti facilmente reperibili in qualsiasi abitazione, quali aceto, bicarbonato, limone, sale e cetriolo.
In questo articolo ci occuperemo invece dell’azione preventiva che è possibile operare nei confronti del calcare, come per esempio l’utilizzo di un addolcitore d’acqua, come quelli venduti dall’azienda H2O, che può ridurre i minerali che creano durezza dell’acqua.
La formazione del calcare
I tipici depositi di calcare che si formano sulle superfici ed all’interno degli elettrodomestici sono il risultato di una concentrazione molto elevata di sali di calcio e di magnesio all’interno dell’acqua domestica.
La caratteristica che determina questa concertazione di sali (che può essere più o meno elevata) viene chiamata durezza.
Il Ministero della Salute, nel definire i parametri per le acque potabile, definisce la durezza dell’acqua in questo modo:
“Con il termine durezza viene tradizionalmente indicata la misura della capacità di un’acqua di reagire con il sapone; un’acqua con un elevato grado di durezza richiede una maggiore quantità di sapone per produrre schiuma. La durezza di un’acqua è principalmente ricondotta al contenuto di sali di calcio e magnesio, presenti in forma di carbonati, bicarbonati, solfati, cloruri e nitrati, e dipende dall’origine superficiale o profonda delle acque e dalla geologia dell’area di captazione.
Nelle acque naturali, in particolare in quelle sotterranee, sono generalmente riscontrabili concentrazioni di calcio superiori a 100 mg/L ; il magnesio invece è presente in concentrazioni minori (generalmente fino ad un massimo di 50 mg/L).
Il parametro durezza non è presente nella Dir. 98/83 CE; il suo recepimento nazionale D. Lgs 31/2001, invece, riporta un valore di parametro consigliato nell’intervallo tra 15-50 °F (gradi francesi, dove un grado rappresenta 10 mg di carbonato di calcio (CaCO3) per litro di acqua); il limite inferiore vale per le acque sottoposte a trattamento di addolcimento o di dissalazione.”
Nel prossimo paragrafo vedremo in che modo sia possibile contrastare la formazione di calcare nelle nostre abitazioni.
La riduzione del calcare
Vista la definizione di durezza dell’acqua, ne consegue che ad un elevata concentrazione di calcio e magnesio seguirà una maggiore durezza dell’acqua.
Dunque, per prevenire la formazione dei depositi di calcare bisognerà ridurre la durezza dell’acqua, andando a restringere la presenza di calcio e magnesio al suo interno.
Come perseguire questo obiettivo? Utilizzando dei sistemi per il trattamento delle acque domestiche, i cosiddetti addolcitori.
Gli addolcitori sono strumenti studiati per la riduzione del calcare, e la loro azione è mirata alla diminuzione della durezza dell’acqua.
L’addolcitore trattiene gli ioni di calcio ed il magnesio, e restituisce un’acqua meno calcarea e meno dura.
Il Decreto 21 dicembre 1990, n.443 (Regolamento recante disposizioni tecniche concernerti apparecchiature per il trattamento domestico di acque potabili) definisce così gli addolcitori (articolo 2, Terminologia):
“Gli addolcitori a scambio ionico sono quelle apparecchiature atte a sostituire gli ioni costituenti la durezza dell’acqua con ioni di sodio, allo scopo di diminuire o eliminare la formazione di depositi calcarei consentendo un risparmio energetico e una riduzione nell’impiego di detersivi”
L’articolo 4 (Condizioni di carattere speciale) del suddetto decreto approfondisce la questione: “Addolcitori a scambio ionico. Per detti addolcitori debbono venire osservate le ulteriori seguenti condizioni:
a) le apparecchiature devono essere dotate di un dispositivo per la rigenerazione automatica, che deve venire effettuata almeno ogni quattro giorni;
b) le apparecchiature devono essere dotate di un sistema automatico di autodisinfezione durante la rigenerazione; in difetto, le apparecchiature devono essere dotate di un idoneo sistema di post-disinfezione continua;
c) qualora per i sistemi di autodisinfezione o di post-disinfezione siano previste modalità’ diverse dall’impiego del cloro o di suoi composti (nonché’ dell’impiego di lampade a raggi U.V., limitatamente alla post-disinfezione), dette modalità’ dovranno essere approvate dal Ministero della sanità’ sulla base della rispondenza al protocollo sperimentale di cui all’allegato I;
d) le apparecchiature devono essere dotate di un sistema di miscelazione dell’acqua originaria con quella trattata al fine di mantenere la durezza ai punti d’uso nell’ambito di quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 236/1988, ed il contenuto in sodio ioni non eccedente complessivamente il limite di 150 mg/1 come Na;
e) le resine e gli altri scambiatori di ioni devono rispondere alle prescrizioni previste per i tipi utilizzati nel campo alimentare”.
Grazie all’impiego di un addolcitore come quelli venduti dall’azienda H2O Italia sarà possibile preservare superfici, stoviglie ed elettrodomestici dai depositi calcarei, evitando in questo modo incrostazioni, macchie e malfunzionamenti.
Inoltre, l’azione preventiva nei confronti del calcare eviterà inutili sprechi di tempo e di denaro: eliminando il problema alla radice, non bisognerà pulire i depositi di calcare e non si dovranno acquistare i prodotti anticalcare, inoltre diminuirà l’utilizzo di detersivi e detergenti.
Gli addolcitori H2O Italia sono formati da una struttura solida e da materiali di qualità che garantiscono affidabilità e funzionalità nel tempo, permettendo al cliente di risparmiare in termini di tempo e costi. Come tutti gli apparecchi per il trattamento delle acque potabili, anche gli addolcitori necessitano di regolare manutenzione, in questo caso l’azienda svolge un importante servizio in cui supporta il cliente in una corretta conduzione e manutenzione degli impianti, ricordando anche a cadenza fissa le operazioni da mettere in atto per la conservazione e il loro funzionamento ottimale.
Read More5 motivi per cui dovresti bere acqua del rubinetto
L’acqua rappresenta la risorsa più importante del pianeta, fondamentale per qualsiasi forma di vita. Animali, piante e l’umanità intera non potrebbero vivere senza, ed il pianeta stesso, in assenza di acqua, sarebbe destinato a terminare il proprio ciclo vitale.
Nonostante l’importanza che viene riconosciuta all’acqua, quella che sgorga dai rubinetti, spesso, gode di cattiva fama, ed è opinione molto diffusa che sia di qualità scadente, quindi da evitare.
In realtà, l’acqua del rubinetto rappresenta una grandissima risorsa, accessibile per chiunque e con grandissimi vantaggi rispetto all’acqua in bottiglia. Inoltre preferire l’acqua in bottiglie di plastica comporta danni ambientali 3.500 volte superiori rispetto all’opzione acqua del rubinetto.
In questo articolo osserveremo 5 buoni motivi per cui bisognerebbe sempre bere l’acqua del rubinetto in luogo di quella in bottiglia.
Vediamoli insieme.
1 Salute
La prima motivazione riguarda la salute.
L’acqua pubblica, che viaggia negli acquedotti ed arriva nelle abitazioni, viene continuamente sottoposta a controlli ed esami che ne attestano la qualità, rendendola sicura, sana e perfettamente potabile.
Per questo motivo, sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità che enti pubblici e privati ne consigliano il consumo, preferendola all’acqua in bottiglia.
2 Gusto
La seconda motivazione riguarda la bontà dell’acqua del rubinetto.
Infatti, in tantissime località, l’acqua del rubinetto ha un sapore ottimo (in Italia, città come Caserta, Aosta e Perugia hanno il primato, mentre nel mondo possiamo menzionare Monaco, Stoccolma e Madrid).
Esistono comunque realtà dove il gusto dell’acqua potrebbe risultare scadente o addirittura pessimo, me è un problema che può essere facilmente aggirato: basterà utilizzare alcuni aromi naturali alla nostra brocca per migliorare il sapore dell’acqua (zenzero, curcuma, agrumi, frutti rossi e tropicali), oppure utilizzare un filtro specifico con un erogatore oppure un’osmosi, che sarà in grado di filtrare l’acqua ed aumentarne qualità e sapore.
3 Risparmio
L’acqua del rubinetto consente di realizzare un grande risparmio economico, visto che costa molto meno rispetto all’acqua in bottiglia, se contiamo che 1000 litri d’acqua costano circa 1 euro e 50 comprese le tasse.
Anche utilizzando apparecchi e sistemi di filtraggio (con la relativa manutenzione INDISPENSABILE inerente la sostituzione dei filtri, e delle bottiglie riutilizzabili) i costi saranno decisamente inferiori rispetto all’acquisto continuo di acqua in bottiglia aiutando il nostro AMBIENTE.
4 Ambiente
Uno degli ultimi motivi, ma non per importanza, che dovrebbe spingere le persone a consumare l’acqua del rubinetto strizza l’occhio all’ambiente, ed ha come obiettivo una maggiore sostenibilità.
L’acqua del rubinetto raggiunge le abitazioni in modo efficiente, con un impatto ambientale minimo rispetto alle acque in bottiglia: non c’è il trasporto (vengono eliminate le emissioni inquinanti da parte dei veicoli che trasportano l’acqua in bottiglia) e non viene impiegata la plastica che viene ricavata dal petrolio per realizzare le bottiglie (i rifiuti in plastica stanno alterando e compromettendo sempre di più il pianeta, danneggiando ecosistemi ed oceani).
5 Comodità
Il rubinetto è una fonte inesauribile di acqua: esiste qualcosa di più comodo e conveniente?
Quando si ha necessita di bere, cucinare, preparare un tè o un caffè ed annaffiare le piante ed i fiori, l’acqua del rubinetto sarà sempre disponibile: basterà aprire il rubinetto, senza acquistare, caricare, scaricare o gettare via le bottiglie di plastica necessarie all’adempimento di queste attività.
Nel caso in cui si utilizzino filtri specifici meglio ancora con un erogatore, oppure un’osmosi, bisognerà preoccuparsi di sostituire i relativi filtri, eliminando le necessità giornaliere o settimanali legate al consumo di acqua in bottiglia.
In commercio ce ne sono di moltissimi tipi, come quelli offerti dall’azienda H2O Italia, che svolgono azioni specifiche nei confronti dell’acqua; inoltre l’azienda svolge un importante servizio in cui supporta il cliente in una corretta conduzione e manutenzione degli impianti.
Read More5 consigli per fare un bucato davvero ecologico
Fare il bucato è un’operazione potenzialmente molto inquinante, capace di consumare un grande quantitativo di risorse.
Questo perché nel processo si consumano notevoli quantità di acqua e di energia elettrica, e vengono rilasciate nell’ambiente un gran numero di sostanze nocive e di microplastiche.
Per realizzare un bucato ecologico, che possa rispettare l’ambiente e generare anche un risparmio in bolletta, sarà necessario cambiare alcune abitudini.
I comportamenti sbagliati infatti danno luogo a consumi maggiori, mentre l’impiego di prodotti aggressivi avrà effetti negativi non solo sulla pelle delle persone e sui capi d’abbigliamento, ma anche sul pianeta.
In questo articolo vedremo 5 consigli per realizzare un bucato ecologico, che possa rispettare l’ambiente e limitare i consumi.
1 Fare il bucato quando è veramente necessario
Il modo più semplice ed immediato per ridurre l’impatto economico ed ambientale del bucato è farlo solo quando si ha reale necessità, lavando i vestiti quando sono davvero sporchi.
Alcuni capi, messi magari solo per qualche ora, non andranno per forza lavati: basterà posizionarli all’esterno, facendogli prendere un po’ d’aria.
In questo modo si faranno meno lavatrici e si potranno ridurre consumi ed inquinamento.
2 Lavare a freddo
Quando si utilizza la lavatrice per fare il bucato, la maggior parte dell’energia elettrica che viene impiegata (circa il 90%) serve a riscaldare l’acqua durante le fasi di lavaggio.
Per ridurre gli sprechi energetici, il metodo più efficace risiede nell’impostare il lavaggio con acqua fredda (tranne nei casi di sporco particolarmente ostinato, dove l’uso dell’acqua calda è davvero imprescindibile).
Utilizzare l’acqua a bassa temperatura comporta anche altri vantaggi: mantiene i colori più vivi ed evita che i capi si restringano troppo.
3 Utilizzare prodotti ecologici
Per un lavaggio ecosostenibile bisognerà utilizzare i prodotti giusti, che siano poveri di agenti chimici (candeggina, cloro, fosfati) e risultino totalmente biodegradabili, ecologici ed ecocompatibili.
Il consiglio è di leggere bene le etichette presenti sui vari detersivi, ed acquistare quelli che riportino i marchi eco e bio, come quelli in vendita da H2o i cui prodotti sono alla spina e ricaricabili, e nikel tested, phoshate free, 100% biodegradabile, non contengono formaldeide, edta e cloro.
4 Asciugare i capi naturalmente
Rinunciare all’asciugatrice può essere un sacrificio, perché si tratta di un elettrodomestico indubbiamente molto utile.
Però, soprattutto in estate, bisognerà approfittare delle belle giornate per far asciugare i vestiti all’aperto, utilizzando balconi, terrazzi e giardini. Un metodo sicuramente antico, ma decisamente naturale, sostenibile ed economico.
5 Acquistare elettrodomestici più preformanti
Il tipo di elettrodomestico, ed in particolar modo la sua classe energetica, influisce in maniera considerevole sulle prestazioni ed i consumi.
Una lavatrice di classe A, A+, A++ ed A+++ permette di realizzare un grandissimo risparmio energetico, abbattendo consumi, costi ed inquinamento.
Ulteriori considerazioni
Fare il bucato in modo ecologico è possibile, e come abbiamo visto sarà sufficiente apportare alcuni cambiamenti nella routine quotidiana.
Per concludere, ecco qualche altro utile suggerimento:
- Lavare a pieno carico – Non utilizzare la lavatrice per pochi abiti, in modo da ottimizzare tempo e consumi
- Prestare attenzione alla quantità di detersivo – Troppo detersivo riduce l’efficienza della lavatrice e produce maggiore inquinamento
- Sporcare meno per lavare meno – Attraverso una maggiore cura dei capi d’abbigliamento, con un utilizzo più attento degli stessi, sarà possibile fare meno lavatrici
Inoltre chi installa un addolcitore d’acqua potrà sia ridurre il calcare che risparmiare sui consumi della corrente elettrica usata per la lavatrice, poiché il calcare, depositandosi sulle serpentine, fa consumare più energia elettrica. Ma la cosa non meno importante, è che con un addolcitore si potrà usare fino al 50 % in meno di detersivo rendendo l’acqua meno dura.
In questo modo, fare il bucato sarà un processo decisamente più sostenibile, sia per l’ambiente che per le proprie tasche.
Read More5 consigli per le pulizie di primavera davvero green
Con l’inverno che volge ormai al termine è tempo di pulizie di primavera.
Questa consuetudine deriva dalla tradizione ebraica, ed è legata alla celebrazione della Pèsach, anche detta Pasqua ebraica, una festività che ricorda la liberazione degli ebrei dall’Egitto ed il relativo esodo verso la Terra Promessa.
Tra le regole di questa festa vi è l’assoluto divieto di possedere e consumare cibi lievitati, e da qui nasce l’esigenza di pulire accuratamente la casa, per scovare ed eliminare qualsiasi sostanza lievitata prima che la festività abbia inizio.
Le abitazioni vengono quindi passate al setaccio e diventano oggetto di una pulizia meticolosa ed attenta (la cui durata può protrarsi per giorni, se non addirittura settimane) che ha come obiettivo la totale rimozione di qualsiasi traccia di lievito.
Per le famiglie ebraiche, le pulizie di primavera sono una tradizione importante, in grado di coinvolgere tutti i membri del nucleo familiare, un vero e proprio rituale che unisce storia, tradizione, spiritualità ed unità familiare.
Il mondo cristiano ha ereditato questa usanza associandola alle celebrazioni della Pasqua, dove la pulizia delle abitazioni diventa un modo per liberarsi dal peccato ed allontanare gli influssi maligni, un passaggio dall’inverno alla primavera visto simbolicamente in modo positivo.
In un’ottica sicuramente meno romantica e più pragmatica, le pulizie di primavera rappresentano il modo migliore per accogliere la nuova stagione, portando ordine e pulizia all’interno dell’ambiente domestico.
In questo articolo vedremo 5 consigli per realizzare le pulizie di primavera nel pieno rispetto dell’ambiente.
1) Eliminare il superfluo
La rimozione degli oggetti inutili ed ingombranti è il punto di partenza.
Il cosiddetto decluttering ha come obiettivo l’eliminazione del superfluo al fine di rendere un ambiente più organizzato e funzionale.
Per quanto riguarda questa fase, il consiglio è di procedere per gradi, pianificando i diversi interventi da compiere in ogni stanza. Una buona organizzazione renderà le operazioni meno caotiche.
Dopo aver eliminato gli oggetti inutili, si potrà iniziare con il processo di pulizia vero e proprio.
2) Prima spolverare
Spolverare a fondo, eliminando la polvere, per poi dedicarsi alla pulizia con acqua e detergenti è il metodo più indicato per pulire le superfici.
Non solo rappresenta la metodologia migliore in termini di efficienza e funzionalità (passare lo straccio su un pavimento pieno di polvere potrebbe rovinarlo e non dare i risultati sperati), ma determina anche un doppio risparmio, sia di tempo che di prodotti, evitando quindi inutili sprechi.
3) Utilizzare prodotti multiuso
I prodotti multiuso rappresentano un ottimo modo per risparmiare ed inquinare meno.
Possono essere preparati in casa, utilizzando ingredienti come il bicarbonato, il sapone naturale e l’acido citrico.
4) Impiegare detersivi alla spina
I detersivi sfusi, anche detti alla spina, sono privi di imballaggio e contribuiscono alla salute dell’ambiente.
I prodotti alla spina sono ecologici e biodegradabili, riducono il consumo di plastica e sono economicamente più convenienti.
H2o dispone di una linea di prodotti alla spina, sia per la casa che per il bucato, completamente naturali e Made in Italy, che sono:
- ecologici: prodotti con componenti vegetali, così come i tensioattivi. Sono biodegradabili, in quanto in 28 giorni non c’è più traccia nelle acque di scarico. In questo modo, il prodotto non arriva al mare.
- convenienti: i detersivi sono concentrati. 1 litro equivale a 3 litri e agiscono già a basse temperature. Es. con 1 litro di detersivo per il bucato si fanno fino a 33 lavaggi; con 1 litro di detersivo per stoviglie si fanno fino a 50 lavaggi; con 1 litro di detersivo pavimenti si fanno fino a 100 lavaggi. In questo modo, si aiuta a diminuire l’utilizzo di energia elettrica e di carburante per il trasporto, abbassando così le emissioni di co2 nell’ambiente.
- ricaricabili: si ricarica il flacone infinite volte con il prodotto che si preferisce, riducendo il consumo di plastica e salvaguardando l’ambiente. Tutte le bottiglie sono da 1 litro e il tappo è un misuratore da 30 ml.
5) L’importanza della manutenzione
Le pulizie di primavera dovrebbero includere anche una serie di interventi manutentivi.
Aggiustare rubinetti, elettrodomestici ed infissi potrà contribuire all’efficienza energetica dell’abitazione, perché con gli impianti al massimo dell’efficienza sarà possibile risparmiare sui consumi, ottimizzando gli sprechi.
Read MoreTutti i vantaggi di un erogatore d’acqua in ufficio
Il nostro organismo è composto per circa il 60% da acqua, e quindi, per conservare un buono stato di salute, è necessario mantenere il corpo ben idratato. Capita però spesso, soprattutto quando si è oberati di lavoro, di dimenticare di bere a sufficienza, trascurando gli innumerevoli benefici che un’idratazione costante comporta, non solo in generale per la nostra salute, ma nello specifico mentre la mente è impegnata.
Assumere la giusta quantità di acqua durante le gravose attività quotidiane è importante per:
- Mantenere la concentrazione
- Aumentare la produttività
- Potenziare la resistenza alla fatica
Molte aziende hanno dunque deciso di inserire negli spazi a loro disposizione degli erogatori d’acqua che non soltanto rappresentano un servizio in più per i clienti e per il personale, ma un vero e proprio strumento per preservare la salute dei lavoratori. Inoltre, come vedremo, questi dispositivi sono anche una forma di risparmio economico e di tutela ambientale.
Cosa garantisce un erogatore d’acqua
Collocare un erogatore d’acqua nella sala d’attesa o in altre aree comuni del proprio ufficio, consente di avere a disposizione una fonte idrica potabile, perciò sicura, perfetta dal punto di vista organolettico e fresca.
Come già accennato, il personale potrà mantenere un buon grado di idratazione, con riflessi positivi sulla capacità di concentrazione, sui livelli di energia e produttività, nonché sulla vera e propria capacità di pensare.
Infine un erogatore d’acqua da ufficio rappresenta una forma di risparmio economico per l’azienda che lo acquista. Infatti, dopo l’investimento iniziale, sarà eliminata la spesa per le bottigliette d’acqua in plastica, che sono in più ingombranti e inquinanti. Dunque ciò che non viene speso per compare numerose casse di acqua potrebbe essere indirizzato all’implemento di altri settori dell’azienda.
Quale erogatore scegliere?
I dispositivi in commercio sono diversi e seguono l’andamento che il progresso tecnologico ha visto negli anni.
La tipologia più tradizionale è il così detto erogatore d’acqua a boccione, il quale utilizza una grande bottiglia in PET rovesciata con innesco ad aggancio sul dispositivo. Questo tipo di erogatore ha una capacità di 18 lt, è monouso vuoto a perdere ed è adatto ad uffici che accolgono circa 200 utenti.
Alle aziende che prevedono una maggiore accoglienza di persone, si consiglia l’istallazione di erogatori d’acqua in rete, i quali vengono direttamente allacciati alla rete idrica. In questo modo la somministrazione di acqua potabile e fresca è facilmente garantita in ogni momento della giornata lavorativa. Ogni erogatore di rete è munito di filtri interni per offrire un’acqua priva di odore e sostanze inquinanti come fluoro, sabbia e cloro.
Salute, risparmio e ambiente sono dunque le parole chiave quando si sceglie di investire del denaro in un erogatore d’acqua.
H2o Italia dal 1994 porta avanti un progetto che fornisce vari servizi, di cui il denominatore comune è l’acqua. Il tutto è condotto con il massimo rispetto per la natura e per il benessere delle persone. Il centro ti accompagnerà in modo trasparente e costante dalla scelta del prodotto fino alla regolare manutenzione e revisione.
Read MoreCome ridurre la tua impronta ecologica in pochi passi
Cos’è l’impronta ecologica?
Wikipedia sostiene che sia “Un indicatore complesso utilizzato per valutare il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacita della Terra di rigenerarle”
Quotidianamente, l’attività umana produce gas serra e consuma risorse, danneggiando il pianeta in modo inesorabile: il cambiamento climatico ed il riscaldamento globale ne sono le testimonianze più evidenti.
Che si tratti di un singolo individuo, una comunità, un’impresa o di una nazione intera, l’impronta ecologica rappresenta la conseguenza diretta di qualsiasi presenza umana.
Quanti Pianeta Terra ci vorrebbero per smaltire il comportamento umano, così poco sostenibile? Quesiti come questo sono alla base del discorso ambientale, soprattutto se sostenuti da studi e dati a riguardo, che evidenziano quanto il Pianeta sia in sofferenza ed abbia bisogno di un netto cambia di marcia da parte dell’umanità.
Però chiunque, cambiando alcuni comportamenti, può fare la sua parte e diminuire la propria impronta ecologica, cercando di adottare uno stile di vita più sano e sostenibile.
Vediamo in che modo.
Come ridurre l’impronta ecologica
Come già osservato, ogni azione dell’uomo produce degli effetti che si riflettono direttamente sull’ambiente, e questa realtà viene spesso dimenticata o poco considerata.
Quotidianamente, compiamo una serie di azioni “automatiche”, per noi considerate del tutto normali, che però hanno un forte impatto sul pianeta.
Con una maggiore attenzione verso la quotidianità e le azioni di tutti i giorni, chiunque può dare il proprio contributo al bene della nostra Madre Terra
Ecco alcuni consigli.
Abitudini alimentari
Modificare qualcosa per ridurre consumi ed inquinamento.
Mangiare meno carne (la produzione di carne incide infatti sulla produzione di gas serra, oltre a consumare molta acqua) ed acquistare prodotti locali, a km zero (il trasporto del cibo comporta emissione di diossido di carbonio).
Spostamenti
Per inquinare meno e necessario rivedere le modalità di spostamento e trasporto.
Lasciare l’automobile a casa per camminare, andare in bici o per prendere i mezzi pubblici, ed evitare i viaggi aerei quando possibile, sostituendoli con viaggi in autobus o in treno.
No allo shopping compulsivo
Molto spesso le persone acquistano oggetti inutili, di cui non hanno un reale bisogno e ne gettano via altri con troppa facilita, nonostante siano riparabili e pronti ad una “seconda vita”.
Il consiglio è di evitare gli acquisti compulsivi, generati solo dal consumismo e non da una vera necessità.
Comportamenti in casa
La casa rappresenta una grande fonte di consumi e sprechi.
Per evitare che ciò accada, bisogna adottare alcuni accorgimenti in grado di determinare risparmio energetico, abbattimento dei costi e sostenibilità ambientale:
- Installare lampade a risparmio energetico.
- Accertarsi della presenza di buona coibentazione ed impermeabilizzazione, e provvedere in caso contrario. In questo modo si migliorerà la resa energetica dell’abitazione, evitando sprechi
- Utilizzare un dispositivo per il trattamento dell’acqua, in modo da ridurre il consumo di plastica (non servirà più acquistare acqua in bottiglia). I sistemi di filtraggio, mineralizzazione e addizione di anidride carbonica migliorano la qualità dell’acqua, ed oggi è possibile acquistarli sfruttando il bonus acqua potabile.
- Scegliere elettrodomestici ad alta resa energetica (di classe A+ e A++ per frigorifero e congelatore, di classe AA e AAA per lavatrice e lavastoviglie) per ridurre i consumi e risparmiare sulle bollette.
- Scollegare i dispositivi elettronici quando non sono in funzione, perché consumano anche in modalità standby. Si può risolvere utilizzando una ciabatta multi presa.
- Mantenere sempre una temperatura adeguata, evitando con gli eccessi, sia in inverno che in estate.
- Prediligere i prodotti alla spina, andando così a ridurre l’impatto del packaging.
H2O Italia sarà il vostro partner ideale, capace di aiutarvi, con i propri servizi e prodotti, a ridurre la vostra impronta ecologica sul mondo.
Read MoreBonus acqua potabile 2022
I sistemi che trattano le acque, come addolcitori e gasatori, possono filtrare, mineralizzare, raffreddare e addizionare anidride carbonica alimentare all’acqua proveniente direttamente dalle tubature degli acquedotti, migliorandone la qualità generale.
L’acquisto di questi sistemi è anche mirato alla riduzione dell’acqua in bottiglia, che permetterà di abbattere il consumo dei contenitori in plastica
Gli apparecchi presenti sul mercato, come quelli offerti dall’azienda H2O Italia, svolgono azioni specifiche nei confronti dell’acqua, e per scegliere quello più adatto alle proprie esigenze bisognerà conoscere per prima cosa le caratteristiche chimiche dell’acqua domestica.
Contattando l’acquedotto di competenza, gli enti regionali e le ASL di zona si potranno ottenere informazioni sulla qualità dell’acqua che viene distribuita e che serve la propria abitazione, mentre realizzando un’analisi privata sulla rete idrica di competenza si potrà conoscere l’esatta composizione dell’acqua domestica e procedere con l’acquisto del sistema più adeguato (ad esempio, in presenza di acqua estremamente ricca di calcare, sarà possibile optare per un addolcitore, sistema in grado di diminuire o eliminare la formazione di depositi calcarei).
H2O Italia vanta oltre 20 anni di esperienza in quest’ambito, ogni anno effettua più di mille tra installazioni, manutenzioni ed assistenza di addolcitori, erogatori e kit per la microfiltrazione dell’acqua. Inoltre anche per il 2022 è previsto il bonus acqua potabile, un motivo in più per pensare una volta per tutte all’installazione ad una delle soluzioni sopra proposte.
Entrando più nello specifico, andiamo a vedere cos’è il bonus acqua potabile e cosa prevede.
Il bonus acqua potabile
Il bonus acqua potabile è stato esteso anche al 2022 attraverso la Legge di Bilancio 2022.
Tra il primo ed il 28 febbraio è ancora possibile presentare la domanda di accesso al bonus per le spese sostenute nel corso del 2021, mentre per le spese relative al 2022 la domanda potrà avere luogo dal primo al 28 febbraio 2023.
Il bonus acqua potabile è un sostegno economico varato dalla Legge di bilancio 2021 (30 dicembre 2020, n. 178) che prevede l’erogazione di un credito d’imposta pari al 50% della spesa per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione e addizione di anidride carbonica alimentare.
Come già accennato, acquistando un sistema di trattamento dell’acqua, finalizzato al miglioramento della qualità dell’acqua potabile, si potrà usufruire di un credito d’imposta del 50% della spesa sostenuta, cosi suddivisa:
- Fino a 1.000 euro per le persone fisiche
- Fino a 5.000 euro per attività commerciali ed imprese
Presentando l’apposito modello (presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate) sarà possibile richiedere l’accesso al bonus. Le condizioni necessarie per l’ottenimento sono rappresentate dalla fattura o dallo scontrino d’acquisto. La documentazione dovrà includere anche una fattura elettronica oppure un qualsiasi documento commerciale riportanti il codice fiscale della persona che vuole accedere al credito d’imposta.
Le spese sostenute dovranno ovviamente essere tracciabili: i pagamenti andranno quindi effettuati mediante bonifico bancario, postale o con altri metodi documentabili.
In caso di esito positivo e di accettazione della domanda, il credito d’imposta potrà essere utilizzato:
- In compensazione tramite F24 per imprenditori ed esercenti.
- Scalabile in sede di dichiarazione dei redditi per i soggetti privati (con riferimento all’anno della spesa ed in quelle degli anni successivi fino al completo utilizzo del bonus).
Per altre delucidazioni è possibile consultare le FAQ a questo link.
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