Il Bonus acqua potabile: come funziona e a chi spetta
La Legge di Bilancio 2021 (30 dicembre 2020, n. 178), che stila una previsione di bilancio per l’anno finanziario 2021 (ed anche di bilancio pluriennale per il triennio 2021 – 2022 – 2023) erogherà un credito d’imposta che permetterà di accedere al cosiddetto “Bonus acqua potabile”, (Legge 78/2020, articolo 1, comma 1087) un’agevolazione nei confronti di chi deciderà di acquistare i sistemi che migliorano la qualità dell’acqua.
Questi sistemi, anche detti depuratori, possono filtrare, mineralizzare, raffreddare e addizionare anidride carbonica alimentare all’acqua proveniente dalle tubature degli acquedotti, migliorandone la qualità generale. Rappresentano inoltre un incentivo, per consumatori ed aziende produttrici, alla riduzione dell’acqua in bottiglia. In questo modo sarò possibile diminuire l’utilizzo dei contenitori in plastica.
A chi spetta il bonus acqua potabile
Il bonus spetta alle persone fisiche, ai soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni e agli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, ed è pari al 50% delle spese sostenute dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2022, documentate tramite fattura elettronica o documento commerciale. Il credito è riconosciuto fino a un ammontare complessivo di spesa non superiore a:
– 1.000 euro per ciascuna unità immobiliare, per le persone fisiche non esercenti attività economiche;
– 5.000 euro per ciascun immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli altri soggetti.
Quindi in caso di installazione di depuratori d’acqua è dunque disponibile un bonus fiscale fino a 500 euro per le abitazioni private e fino a 2.500 euro per i locali e le aziende.
Tutte le informazioni sugli interventi andranno comunicate telematicamente all’Enea.
Qual è il periodo coperto dal Bonus? Dal 1° gennaio 2021 al il 31 dicembre 2022: in questo lasso di tempo, tutte le spese sostenute per acquistare i depuratori d’acqua potranno usufruire del credito d’imposta.
Richiesta del Bonus acqua potabile
Per l’ottenimento del Bonus bisognerà conservare e presentare la fattura o lo scontrino del depuratore acquistato. La documentazione da fornire prevede anche una fattura elettronica o un documento commerciale che riportino il codice fiscale del soggetto che vuole ottenere il credito d’imposta. Le spese sostenute dovranno essere tracciabili, ed i pagamenti andranno effettuati tramite versamento bancario, postale o con altri metodi.
Ecco come prosegue il sito dell’Agenzia delle Entrate: “In ogni caso, per le spese sostenute prima della pubblicazione del Provvedimento n. 153000 del 16 giugno 2021, sono fatti salvi i pagamenti in qualunque modo avvenuti ed è possibile integrare la fattura o il documento commerciale attestante la spesa annotando sui documenti il codice fiscale del soggetto richiedente il credito.
L’ammontare delle spese agevolabili va comunicato all’Agenzia delle Entrate tra il 1° febbraio e il 28 febbraio dell’anno successivo al quello di sostenimento del costo inviando il modello tramite il servizio web disponibile nell’area riservata o i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate. Dopodiché, il bonus potrà essere utilizzato in compensazione tramite F24, oppure, per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, anche nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno della spesa e in quelle degli anni successivi fino al completo utilizzo del bonus”.
Qui è possibile scaricare il modello per la richiesta del Bonus acqua potabile.
Read MoreL’addolcitore d’acqua e le detrazioni a cui si può accedere per l’installazione
Le detrazioni fiscali previste per l’acquisto e l’installazione di impianti che trattano l’acqua sono confermate anche per l’anno 2021.
È bene chiarire subito cos’è un addolcitore d’acqua e perché è indispensabile in alcune situazioni e le diverse detrazioni a cui si può accedere.
Cos’è un addolcitore
L’addolcitore dell’acqua è un sistema studiato per la riduzione del calcare, nemico di caldaie ed elettrodomestici, nonché primo responsabile delle incrostazioni, il calcare infatti si accumula nei tubi, ostruendoli e diminuisce la pressione dell’acqua. L’addolcitore diminuisce la durezza dell’acqua, privandola della concentrazione di sali di calcio e magnesio che formano il temuto calcare. In presenza di acqua molto dura, senza l’installazione di un addolcitore, il bucato richiederà del detersivo extra per evitare che sembri sporco, i piatti usciranno dalla lavastoviglie striati e macchiati, una schiuma sottile si accumulerà sulle tende della doccia.
Per quanto riguarda l’igiene personale invece un’acqua dura lascerà la pelle secca e pruriginosa e i capelli spenti e secchi. L’enorme quantità di tempo, energia e denaro necessari per ripulire gli effetti collaterali dannosi dell’acqua dura è vertiginosa.
Un addolcitore d’acqua per tutta la casa è la soluzione al flagello della durezza dell’acqua. Installando questo sistema a monte dell’impianto domestico, si otterrà un’acqua più dolce e sarà possibile preservare l’efficienza di tubature ed elettrodomestici.
Condizioni per ottenere le detrazioni per l’addolcitore
Ecco i Bonus e le detrazioni previste e come accedervi:
La principale detrazione che si può ottenere per l’acquisto di un addolcitore è la detrazione IRPEF per il 50% della spesa sostenuta, esattamente come negli anni scorsi. È previsto quindi il recupero del 50% della spesa sostenuta, con i seguenti limiti di spesa: fino a 1.000 euro per ciascuna unità immobiliare (destinato alle persone fisiche, che non esercitano attività economica) e 5.000 euro per ogni immobile adibito ad attività commerciale o istituzionale (riguarda i beneficiari degli immobili, come imprese, società, esercenti ed enti non commerciali) per tutti gli acquisti effettuati entro il 31 dicembre 2021.
Visto che si tratta di un’agevolazione legata all’ambito edilizio, per accedere al Bonus non basterà acquistare un addolcitore, ma sarà necessario integrarlo in un contesto di manutenzione straordinaria degli impianti idrici relativi all’immobile di riferimento (per manutenzione straordinaria si intende uno o più interventi volti al miglioramento dell’unità immobiliare, senza che vi siano modifiche da regolamentare tramite pratiche comunali). Per ottenere il Bonus, bisognerà ingaggiare professionisti certificati, che rilasceranno la fattura in cui viene indicata la natura straordinaria dell’intervento e la relativa installazione dell’addolcitore, mentre per il pagamento si potrà utilizzare un bonifico per detrazioni fiscali.
La fattura dovrà quindi prevedere due voci, così come previsto dalla circolare 20/E del 23/05/2011: una sarà relativa all’acquisto dell’addolcitore/depuratore, l’altra ai lavori di manutenzione straordinaria sull’impianto dell’acqua
L’installazione di depuratori o addolcitori d’acqua prevede ovviamente il collegamento del sistema con la locale rete idrica, queste operazioni relative ai servizi di manutenzione prevedono l’aliquota IVA pari al 10%.
Superbonus 110%
L’altra detrazione riguarda il Superbonus110%: l’addolcitore è considerato una tecnologia verde, e rientra tra i cosiddetti lavori trainati.
Il Superbonus 110% può essere erogato soltanto in presenza di interventi che migliorano l’efficienza energetica, anche detti lavori trainanti (come la sostituzione di impianti di climatizzazione). Anche in questo caso non basterà acquistare un addolcitore, ma sarà necessario integrarlo in un contesto di lavori trainanti previsti dal Superbonus 110% come i seguenti:
- Sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale sulle parti comuni dell’edificio
- Sostituzione degli impianti di climatizzazione sugli edifici unifamiliari o sulle unità immobiliari degli edifici plurifamiliari
Valido per gli acquisti effettuati dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021
Bonus acqua potabile
Nella Legge di Bilancio 2021 (Legge 78/2020, articolo 1, comma 1087) è stata inserita un’agevolazione nei confronti di chi deciderà di acquistare i sistemi che migliorano la qualità dell’acqua. Il 16 giugno il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha firmato il provvedimento che stabilisce i criteri di fruizione del Bonus e approva il modello di comunicazione che gli utenti devono rispettare.
Anche in questo caso, il credito d’imposta sarà pari al 50% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione delle apparecchiature, fino ad un ammontare complessivo non superiore ai 1.000 euro per ogni unità immobiliare e di 5000 euro per ogni esercizio pubblico, professionale o commerciale. Nel caso di installazione quindi è disponibile un bonus fiscale fino a 500 euro per le abitazioni private e fino a 2.500 euro per i locali e le aziende.
Il bonus riguarda le spese sostenute dal 1° gennaio 2021 al il 31 dicembre 2022, viene riconosciuto solo comunicando all’Agenzia delle entrate la spesa sostenuta entro il 28 febbraio dell’anno successivo. Quindi per le installazioni nel 2021 la comunicazione andrà inviata nel 2022, mentre per le installazioni del 2022 si avrà tempo fino al 28 febbraio 2023.
Read MoreQuali sono le detrazioni previste dal bonus caldaie 2021
Cambiare la caldaia nel 2021 è un’operazione semplice ed economicamente vantaggiosa. Con le agevolazioni fiscali previste dalla Legge di Bilancio del 2019, estese anche al 2021 ed al 2022, e grazie anche al Decreto Rilancio (articolo 21 del decreto-legge n. 34 del 2020) sarà possibile acquistare una nuova caldaia e recuperare tra il 50%, il 65% ed il 110% delle spese.
L’ottimizzazione energetica è l’obiettivo delle agevolazioni fiscali poste in atto, ed il denaro potrà essere recuperato in fase di dichiarazione dei redditi sotto forma di detrazioni fiscali (l’importo potrà essere recuperato in 10 rate annuali di pari entità), come sconto in fattura oppure tramite la cessione del credito.
Le linee guida sono dettate dall’Agenzia delle Entrate, e l’ammontare delle agevolazioni è legato ad alcuni fattori che andremo ad osservare nell’articolo.
Bonus caldaia 65%
L’ecobonus per il risparmio energetico prevede una detrazione Irpef pari al 65% della spesa complessiva (a fronte di una spesa massima di 30 mila euro), ma per accedervi bisognerà installare non solo una caldaia a condensazione di classe A, ma anche dei sistemi di termoregolazioni evoluti, oppure delle valvole termostatiche. L’obiettivo è infatti ottimizzare il risparmio energetico installando dei sistemi per la termoregolazione, in grado di abbattere gli sprechi legati al riscaldamento degli ambienti.
Questi sistemi servono per la gestione della temperatura e sono fondamentali per un uso corretto della caldaia e devono appartenere alla classe V (termostato che varia la temperatura dell’acqua in relazione a quella dell’ambiente), classe VI (centralina di termoregolazione e sensore ambientale che modifica la temperatura dell’acqua a seconda della temperatura esterna ed interna), o classe VIII (diversi sensori controllano la temperatura ambientale).
Le detrazioni fiscali non sono previste in caso di passaggio da impianto centralizzato ad autonomo o individuale.
Se in uno stabile alcuni appartamenti hanno il riscaldamento ed altri no, la detrazione non può essere riconosciuta sull’intera spesa sostenuta per l’installazione di un nuovo impianto centralizzato di climatizzazione invernale, riferibile anche al riscaldamento delle unità prive di un preesistente impianto termico, ma deve essere limitata alla parte di spesa imputabile alle unità nelle quali tale impianto era presente.
L’intervento oggetto del 65% deve sostiture gli impianti preesistenti.
Bonus caldaia 50%
Nel caso in cui non venga installato alcun sistema di termoregolazione, limitandosi quindi al solo impiego di una caldaia a condensazione di classe A, il bonus previsto non sarà più del 65% ma del 50%.
In assenza di un sistema di termoregolazione non ci sarà infatti risparmio energetico, ma si potrà comunque usufruire di una detrazione del 50% sulla spesa complessiva.
La detrazione al 50% rientra infatti nel cosiddetto bonus ristrutturazioni, spettante a chi effettua lavori di recupero del patrimonio edilizio e che per questo applica uno sconto sull’Irpef per le spese legate ad una nuova caldaia, considerata come parte integrante della manutenzione della casa.
Con il bonus ristrutturazioni, il massimale di spesa è superiore, ed ammonta a 96 mila euro.
Superbonus 110%
Il Superbonus 110% “è un’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022, per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.” (dal sito dell’Agenzia delle Entrate).
Lavorazioni quali isolamento termico sugli involucri, sostituzione di impianti di climatizzazione invernale sulle parti comuni, interventi antisismici fanno parte dei cosiddetti interventi trainanti, i quali danno istantaneamente accesso alla detrazione fiscale del 110%: si tratta di lavori imprescindibili per accedere al bonus.
Esistono poi gli interventi trainati, ossia lavorazioni che potranno rientrare nel bonus 110% solo se realizzati contestualmente a quelli trainanti: interventi di efficientamento energetico, installazione di pannelli fotovoltaici, infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici.
La sostituzione della caldaia rientra tra gli interventi trainati previsti dal Superbonus 110%, e per accedervi bisognerà ovviamente realizzare gli interventi trainati che daranno diritto al bonus.
Tutti gli interventi citati devono prevedere un miglioramento di almeno due classi energetiche, e questo vale anche per la sostituzione della caldaia.
Cessione del credito e sconto in fattura
Nel decreto rilancio 19 maggio 2020, n. 34, che riguarda alcune “misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”, è contenuto l’articolo 121, il quale permette due soluzioni alternative alla detrazione fiscale:
- la cessione del credito: il credito di imposta al posto della detrazione spettante può essere ceduto a banche, istituti di credito e fornitori;
- lo sconto in fattura: permette di vedersi abbattuto il costo dei lavori direttamente dall’impresa esecutrice dell’intervento fino a un importo non superiore al costo stesso dei lavori ovvero sino all’importo massimo corrispondente alla percentuale del bonus fiscale di riferimento 50-65%.
Climatizzatori: 5 errori da evitare per risparmiare energia
La stagione estiva porta con sé giornate più lunghe, voglia di partire e vedere posti nuovi, ma anche temperature particolarmente elevate, che generano caldo ed afa.
In questo articolo vedremo come utilizzare al meglio i climatizzatori, evitando alcuni errori piuttosto comuni che comportano sprechi, inquinamento ed aumento dei consumi.
- Installare un sistema sovradimensionato
Quando si acquista un condizionatore nuovo si potrebbe pensare che più grande sarà l’impianto, migliore sarà la resa dello stesso. Si tratta di un errore piuttosto comune, visto che le dimensioni del sistema di climatizzazione dovrebbero sempre essere proporzionate all’ambiente in questione.
Un condizionatore troppo grande rispetto all’ambiente in cui verrà collocato darà come risultato sbalzi di temperatura, raffreddamento irregolare ed umidità elevata, oltre a generare consumi elevati rispetto alle reali esigenze. Anche un sistema troppo piccolo non è una buona idea: il climatizzatore dovrà essere sempre in linea con le effettive necessità.
- Non effettuare manutenzione
Le messe a punto annuali non servono soltanto a risolvere eventuali problematiche, ma sono necessarie affinché il sistema funzioni correttamente, al massimo della propria efficienza.
Senza operazioni di manutenzione e pulizia annuali, il condizionatore sarà più facilmente soggetto a guasti e malfunzionamenti, e le bollette potrebbero essere più care.
Sarà quindi necessario assicurarsi che i filtri siano in buone condizioni, e nel caso risultassero sporchi andranno sostituiti. Anche la serpentina di evaporazione ed il canale di scarico sono elementi da monitorare costantemente.
- Temperatura troppo bassa
Come per le dimensioni, anche l’idea di tenere la temperatura del condizionatore al minimo per raffreddare l’ambiente in modo più rapido ed efficiente è sbagliata. Infatti, che si tratti della casa o dell’ufficio, gli ambienti si raffredderanno alla stessa velocità, a prescindere dalla temperatura impostata.
Inoltre, mantenere la temperatura del climatizzatore molto bassa non è sostenibile, è poco salutare ed aumenta i consumi. L’impostazione ideale dovrebbe tener conto della temperatura esterna, con circa 5 gradi di differenza (se fuori ci sono 30 gradi, il condizionatore andrebbe impostato a 25 gradi).
- Nascondere l’unità esterna
Il condizionatore ha una funzione meramente pratica, non è un complemento di arredo particolarmente elegante e per questo spesso si cerca di nasconderne l’unità esterna, posizionandola tra fiori, piante, alberi e tende.
Si tratta di una pessima idea, perché così facendo si bloccherà il flusso d’aria e la ventilazione, intasando lo scarico: il risultato sarà un climatizzatore meno efficiente, che farà fatica a refrigerare l’ambiente.
- Lasciare accesso il climatizzatore tutto il giorno
Accendere il condizionatore e lasciarlo sempre accesso non è una buona soluzione.
Per un uso sostenibile, sia economicamente che eticamente, bisognerebbe programmare sia l’accensione che lo spegnimento, avendo cura di spegnerlo nel momento in cui non si è presenti e durante la notte.
Per contrastare i disagi del caldo, l’acquisto e l’utilizzo dei condizionatori rappresentano una soluzione sempre più adottata dalle persone: case, attività commerciali e uffici sono gli ambienti che solitamente utilizzano l’aria condizionata per fronteggiare le temperature alte, per l’installazione e per la manutenzione è bene rivolgersi sempre a ditte specializzate ed evitare il fai da te.
Read MoreErogatori d’acqua: cosa sono, a che servono e come installarli
Un tempo vere icone da ufficio, riconosciuti come luoghi di aggregazione tra colleghi al pari dei distributori di snack e caffè, gli erogatori d’acqua sono ormai largamente utilizzati anche nelle case private, e sono diventati apparecchi sempre più richiesti ed apprezzati.
L’acqua è un bene fondamentale per l’uomo, ed è importante che il corpo risulti sempre perfettamente idratato, ed installare un erogatore in grado di raffreddare, filtrare e purificare l’acqua rappresenta un’ottima soluzione per incoraggiare i membri del nucleo familiare a bere molta acqua, che sarà priva di sostanze contaminanti ed additive spesso presenti nell’acqua del rubinetto.
Vantaggi degli erogatori d’acqua
Come già osservato, gli erogatori assicurano una qualità dell’acqua superiore, depurandola e rendendola potabile in luoghi in cui non sarebbe possibile berla. Si avrà quindi un’acqua più buona e salutare.
Grazie ad un erogatore, sarà possibile eliminare definitivamente l’acquisto di acqua in bottiglia, con enormi vantaggi dal punto di vista pratico (le bottiglie d’acqua sono pesanti ed ingombranti) economico (dopo la spesa per l’acquisto, ci sarà un evidente risparmio) ed ambientale (si eviterà di acquistare plastica).
Gli erogatori d’acqua sono inoltre semplici e veloci, in modo da facilitarne l’utilizzo, rendendoli in questo modo alla portata di tutti.
Scelta ed installazione
In commercio esistono diverse tipologie di erogatore, ed ognuno si andrà ad integrare con l’ambiente domestico a seconda delle diverse esigenze del cliente.
Gli erogatori, generalmente, sono a colonna (viene montato su una colonna di diverse dimensioni ed è perfetto per i grandi ambienti, modello tipico per gli uffici), da tavolo (può essere collocato su mensole, mobili e piani della cucina, ideale in caso di poco spazio e quindi adatto all’ambiente casalingo) o possono prevedere un filtro da applicare al rubinetto (l’acqua verrà filtrata naturale, fredda, frizzante o gasata a seconda del modello che si desidera installare).
Scegliendo aziende qualificate e competenti, come H2O, sarà possibile scegliere l’erogatore più adatto alle proprie esigenze, il quale verrà installato da un team di tecnici altamente qualificato in materia di trattamento dell’acqua.
Read MoreBonus condizionatori 2021: come funziona e quando richiederlo
Tra i vari bonus statali previsti della Legge di Bilancio per l’anno 2021, trova conferma il bonus casa, che include a sua volta il bonus condizionatori.
Il bonus prevede una detrazione fiscale del 50% o 65% per l’acquisto di climatizzatori a pompa di calore: nel caso in cui si voglia acquistare un nuovo condizionatore, oppure sostituire quello vecchio, sarà possibile detrarre fiscalmente una percentuale della spesa, che varierà a seconda del tipo di lavorazione che si andrà ad effettuare.
La detrazione fiscale, che avrà effetto per i 10 anni successivi all’acquisto (la quota verrà ripartita in 10 quote annuali di pari importo), rientra nei piani previsti dallo Stato italiano per il risparmio e l’efficienza energetica, di cui fa parte ad esempio il Superbonus 110% o il bonus facciate. Le misure fiscali poste in atto sono di competenza dell’Agenzia delle Entrate, ed è possibile reperire informazioni sul sito dell’Agenzia stessa.
Il risparmio energetico
Come già osservato, le agevolazioni fiscali previste dai diversi bonus hanno come obiettivo la riqualificazione energetica, in termini di impiantistica, consumi ed emissioni.
Gli incentivi concedono al cittadino un doppio vantaggio: un notevole risparmio economico, per effettuare acquisti e lavorazioni, e la tutela dell’ambiente, visto che qualsiasi operazione prevista dai bonus è pensata per un mondo più pulito e sostenibile.
Tra gli interventi “green” che è possibile realizzare, i vari bonus includono tutte quelle lavorazioni che miglioreranno la resa energetica di uno stabile o di un appartamento e che riusciranno ad abbattere sia i consumi che le emissioni: coibentazioni, installazione di pannelli solari, avvicendamento degli impianti di climatizzazione e degli infissi, e così via.
Per quanto riguarda, nello specifico, il bonus condizionatori, nel momento in cui si effettuerà l’acquisto di un nuovo climatizzatore a pompa di calore, sarà possibile ottenere una detrazione del 50% o del 65%, che osserveremo nel prossimo paragrafo.
Come funziona
La percentuale della detrazione di cui si potrà usufruire dipenderà dalla tipologia di intervento che si andrà a realizzare. Il 50% è destinato all’acquisto di condizionatori per ristrutturazioni ordinarie, mentre in caso di ristrutturazioni straordinarie bisognerà acquistare un climatizzatore appartenente almeno alla classe energetica A+.
La detrazione del 65% potrà essere applicata nel momento in cui si acquisterà un condizionatore ad alta resa energetica, che sostituirà un condizionatore di classe energetica inferiore.
È possibile usufruire del bonus condizionatori in presenza di interventi edili che rientrino nei parametri previsti, ma non è una condizione necessaria. Infatti, i vantaggi del bonus potranno essere goduti anche in mancanza di lavorazioni edili in atto, limitandosi al solo acquisto del climatizzatore.
Entrambe le detrazioni riguarderanno l’IRPEF, ossia la tassa sul reddito, e per accedervi sarà necessario presentare la propria situazione patrimoniale e documentare le operazioni di acquisto dei condizionatori, utilizzando pagamenti tracciabili.
Il bonus condizionatori spetta soltanto a chi detiene diritti sull’immobile, e rientrano in questo elenco i proprietari (privati, associazioni, società, enti pubblici e privati, cooperative, ecc…) e le persone hanno in carico le spese relative all’immobile (locatari, conviventi, ecc…).
Read MoreCome funziona l’asciugatrice a gas e i vantaggi della sua installazione
Tra il variegato panorama degli elettrodomestici, l’asciugatrice sta diventando sempre più diffusa, ritagliandosi un ruolo centrale nell’affrontare le faccende domestiche legate al bucato.
L’asciugatrice permette di asciugare i panni usciti dalla lavatrice, e consente un notevole risparmio di tempo, mandando in pensione stendini e stenditoi. È uno strumento particolarmente indicato per chi effettua molte lavatrici, come una famiglia, per chi ha poco tempo da dedicare alle faccende o vive in una zona con poco sole.
Le asciugatrici sono di diversi tipi: esistono quelle a pompa di calore, a condensazione, a “pallone” ed a gas. In questo articolo verranno prese in analisi le ultime, le asciugatrici a gas, mettendone in evidenza i vantaggi, il funzionamento, le caratteristiche ed i prezzi.
Come funziona l’asciugatrice a gas
Le asciugatrici a gas presentano all’interno un impianto di riscaldamento che attinge gas metano da un serbatoio, ed il funzionamento non si discosta più di tanto da quello di un normale bruciatore.
La fiamma che riscalda l’aria viene così generata dall’innesco, asciugando i panni nel cestello (anche detto tamburo), il quale è progettato in modo da effettuare una rotazione continua che garantirà una distribuzione uniforme del calore. All’interno dell’asciugatrice verranno a crearsi umidità e condensa, come residui del processo di asciugatura, che verranno espulse grazie ad una ventola di raffreddamento.
Le asciugatrici a gas sono pensate per uso interno, perché l’esposizione alle intemperie potrebbe comprometterne il funzionamento
Caratteristiche e prezzi
Dimensioni, capacità di carico, scarico verso l’esterno ed altri elementi costituiscono le principali caratteristiche di un’asciugatrice a gas:
- Dimensione e capacità di carico: le misure standard prevedono 80 cm per l’altezza, 60 cm per la larghezza e 60 cm per la profondità, ma esistono anche modelli più piccoli. La capacità di carico è legata alle dimensioni, partendo dai 5 kg dei modelli più piccoli fino ai 10 kg ed oltre di quello più grandi.
- Tamburi: i cestelli sono realizzati in acciaio inossidabile,
- Diversi programmi di asciugatura: un computer integrato assicura l’impostazione di cicli differenti di asciugatura, come normale, air dry, heavy-duty, rapido, antipiega, vapore e delicato, ognuno pensato per esigenze specifiche (tipologia del tessuto dei capi d’abbigliamento, tempo a disposizione, ecc…)
- Scarico esterno: grande differenza rispetto ad altre tipologie, serve per scaricare il vapore all’esterno, che passerà quindi in un tubo di acciaio inox collocato su un lato dell’elettrodomestico.
- Sicurezza: le asciugatrici a gas rispondo a determinate norme di sicurezza (CE, IMQ, NSF), e presentano opzioni che tutelano da qualsiasi rischio, come ad esempio il raffreddamento automatico, il segnale di fine ciclo ed il blocco porta.
- Prezzi: sono variabili a seconda del modello, partendo da una base di circa 1000 € per i modelli base, arrivando ai top di gamma che si assestano sui 1800 €.
Tanti pro, pochi contro
I vantaggi che risiedono nell’acquisto di un’asciugatrice a gas sono diversi, vediamoli insieme:
- Consumi più bassi rispetto ai modelli a pompa di calore o condensazione.
- Alta qualità dei componenti.
- Basso costo della materia prima (il gas costa meno dell’elettricità).
- Tempi di asciugatura più brevi rispetto ai modelli elettrici.
- Più cura per i tessuti.
- Certificati di sicurezza.
- Stessa dimensione dei modelli elettrici.
Le uniche note negative riguardano un costo d’acquisto superiore rispetto ad altri modelli, e la necessità di uno scarico per il vapore verso l’esterno.
Read MoreClimatizzatori, meglio monosplit o multisplit? Differenze e come sceglierli
Con gli incentivi statali previsti per il 2021, l’installazione di un nuovo climatizzatore o la sostituzione del vecchio per uno più performante diventano più accessibili: sarà infatti possibile usufruire di un’agevolazione fiscale che ridurrà la spesa, con detrazioni in 10 anni che svariano tra il 50% ed il 65%.
La scelta del climatizzatore deve essere in linea con le proprie esigenze, vista la grande varietà sul mercato di questi apparecchi.
Che sia per la casa o per l’ufficio, che abbia come obiettivo il semplice refrigerio di una stanza piuttosto che il raggiungimento di prestazioni ottimali, in grado di ridurre l’esborso economiche delle bollette, la selezione del climatizzatore dovrà essere precisa, attenta e consapevole, al fine di acquistare l’elemento più adatto a qualsiasi necessità.
In questo articolo vedremo la differenza tra un climatizzatore monosplit ed uno multisplit, considerando vantaggi e svantaggi di entrambi.
Climatizzatore monosplit
Si compone di una singola unità esterna collegata ad una sola unità interna, è adatto ad ambienti piccoli, come bilocali, monolocali, uffici e negozi dalle dimensioni modeste, ed è perfetto per refrigerare o riscaldare una singola stanza.
I vantaggi dei climatizzatori monosplit sono i seguenti: costi d’acquisto ed installazione inferiori rispetto al multi, meno rumore durante il funzionamento, ingombro ridotto delle unità poste all’esterno. Il consumo di energia è ridotto rispetto al multi, ma solo nel caso in cui quest’ultimo abbia in funzione una sola unità interna
Climatizzatore multisplit
È formato da una singola unità esterna collegata a più unità interne, ed è per questo che a seconda del numero di unità interne esistono climatizzatore dual split (due unità), oppure trial split (tre unità). I multisplit sono indicati per climatizzare più ambienti, tanti quante le unità che si deciderà di installare, e si rivelano perfetti per ville, grandi appartamenti ed ampi spazi commerciali.
I vantaggi dei multisplit sono i seguenti: possibilità di poter climatizzare più ambienti contemporaneamente con consumi inferiori rispetto al mono (un multi consuma meno di due mono), manutenzione ordinaria più ridotta ed un ingombro esterno minore, sempre rispetto alla scelta di installare più monosplit (un multisplit è meno ingombrante di due monosplit).
I climatizzatori che potrete trovare delle migliori marche monosplit e multisplit hanno entrambi pro e contro, che sono ovviamente relativi alle esigenze del cliente. I fattori che andranno a determinare la scelta del modello più appropriato sono rappresentati dal budget a disposizione e dalla conformazione architettonica dell’ambiente da climatizzare, intesa in termini di metri quadrati, numero di stanze ed accessibilità generale degli spazi esterni in cui installare una o più unità.
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